Villanova del Ghebbo

Descrizione

Situato lungo la riva orientale dell'Adigetto, corso d'acqua formatosi da una filiazione dell’Adige per secoli una importante via fluviale, Villanova del Ghebbo sorge nel cuore del Polesine. Dell'origine di questo comune di 2.190 abitanti della provincia di Rovigo, non si hanno molte notizie. I primi documenti risalgono al 727, quando gli abitanti costruirono la chiesetta di San Zenone, in località Valdentro e la borgata fu denominata Villa San Zenone. Nel 1198 il territorio di San Zenone fu ceduto dai Ferraresi ai Veronesi che lo munirono di un castello, in località Gazzo o Ghebbo, perché confinava con un corso d'acqua detto Ghebbo. Ed è con il nome di Gazzo che il Comune fu nominato fino al 1500, data in cui prese il nome di Villanova del Ghebbo. Ai primi del Duecento i Mantovani si appropriarono del Castello, che sarà, nel 1245, occupato e distrutto da Ezelino III da Romano, divenuto podestà di Verona. Da allora, Villanova seguirà le vicende di Lendinara; diverrà comune autonomo solo dopo il Trattato di Campoformio, ma delle sue vicende si sa poco perché durante le guerre napoleoniche ai primi dell'Ottocento, gli archivi municipali furono completamente distrutti.
Passeggiando per le vie del paese è facile imbattersi nella Chiesa di San Michele Arcangelo. Costruita tra il 1762 e il 1800 e, per la sua imponenza ed eleganza architettonica, è monumento nazionale. La facciata neoclassica si conclude con un timpano sormontato da statue di San Michele e Angeli. L’interno presenta un soffitto affrescato da Giovanni Battista Canal, pittore veneziano della seconda metà del ‘700 seguace del Tiepolo. All'interno dell'edificio è possibile ammirare una copia dell’Assunta tizianesca realizzata da Teodoro Licini, mentre il coro ospita un’Ultima Cena di Tommaso Sciacca. Tra gli edifici di culto presenti a Villanova meritano una menzione la Chiesa di San Giuliano Martire, ricostruita nel XVII secolo al posto di un precedente edificio medievale, che si presenta invece a unica navata e con una facciata neoclassica, e l'Oratorio Santissimo Nome di Maria, il cui corpo originario fu edificato intorno alla metà del XVII secolo nel punto in cui, secondo una tradizione orale, avvenne una miracolosa apparizione della Vergine Maria. Caratterizzato dalla semplice ma equilibrata architettura, l'Oratorio presenta sulla parte sinistra un campaniletto barocco sormontato da una cuspide a cipolla.

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