Santa Maria di Sala

Descrizione

Il termine Sala in epoca longobarda (VII sec.) indicava la parte della proprietà terriera condotta in economia diretta dal signore dove sorgeva anche la sua residenza. È citato per la prima volta nella storia in un documento del 994 e poi in un atto dì donazione, databile tra il 1024 e il 1034, con cui l'imperatore Corrado di Sassonia I concede in feudo al conte Corrado di Colbertaldo, sceso in Italia al suo seguito dalla Germania.
Il conte edificò un munito castello in località detta, per l'appunto "Sala". Verso la metà del XIV secolo, il maniero venne demolito da Paganino Sala, il cui casato aveva preso il nome dalla località, sostituendolo con un palazzo in stile gotico.
Successivamente il possesso del territorio passò ai Cantorini dal XV al XVI secolo, quindi ai Fonseca e ai Cortizzon nel XVII secolo, infine ai Farsetti nel XVIII secolo.

Il primo insediamento a Santa Maria di Sala potrebbe essere di origine paleoveneta (circa 1000 anni a.C.), in base a ritrovamenti archeologici in zona. Tracce più evidenti, invece, hanno lasciato gli antichi Romani, rientrando il territorio salese nella centuriazione romana sita a nord–est di Padova, ancora oggi ben conservata nella sua struttura fondamentale.
Il territorio di Sala viene citato nel 1220 nella vendita fatta dagli avogari Tempesta al teutonico Aldovrandino (assieme a Sant'Angelo, Stigliano, Veternigo, Briana...).
Gli avvenimenti accaduti al territorio di Santa Maria di Sala dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente furono influenzati in modo particolare da quelli delle città di Padova, Venezia e Treviso fino all'annessione alla Serenissima, nel XV secolo
Gli eventi successivi alla caduta della Serenissima sono quelli analoghi a tutto il territorio circostante, compresa l'invasione napoleonica, la sottomissione al Regno Lombardo-Veneto e quindi, nel 1866, l'unione al già sorto Regno d'Italia.

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