
San Biagio Di Callalta
Descrizione
Il territorio dove ora si estende il comune di San Biagio di Callalta fu abitato dalla popolazione dei Veneti, come attestato da ritrovamenti archeologici attribuibili alla loro cultura. Successivamente, quando in età repubblicana il Veneto fu assoggettato ai Romani, il territorio acquisì maggiore importanza grazie alla costruzione della via Annia, della via Postumia e di una strada che le collegava. Reperti del periodo sono stati rinvenuti nelle frazioni di Rovarè e Spercenigo, nella prima frammenti in terracotta e nella seconda un'urna funeraria e un'anfora vinaria, cui si aggiunge una tomba a incinerazione in località Ca' Lion.
Durante il tardo impero romano si formarono Caurillium, oggi Cavriè, e Prandecinum, a nord dell'attuale Rovarè. Quest'ultimo toponimo si lega alla leggenda di Prando, nipote di Anterio signore di Altino, che volle edificare una fortezza nei pressi del fiume Sile per difendere gli Altinati dagli attacchi dei Trevigiani. Nei due siti vennero eretti due edifici destinati al culto, rispettivamente la chiesa di San Biagio di Cavriè, citata nel 1152 tra le pievi della diocesi di Treviso, e la chiesa di San Lorenzo di Prandecino, nota sin dal 1021 come dipendenza dell'abbazia di San Zeno (demolita nei primi decenni del XIX secolo). Fondamentale fu anche l'influenza dei benedettini di Monastier, ai quali si deve la bonifica del territorio e la nascita di Rovarè, Fagarè e Sant'Andrea di Barbarana.
Nella stessa epoca si assisté allo sviluppo della strada Callalta (da callis alta perché costruita su un terrapieno), che andò ad assorbire i traffici tra Treviso e Oderzo; prima di allora essi si svolgevano sulla romana Postumia, resa impraticabile dall'incuria e dalle alluvioni del Piave. A partire dal Trecento lungo questa strada andò a formarsi un nuovo centro abitato, l'attuale capoluogo comunale, con la conseguente decadenza di Cavriè e Pradencino. Anche la pieve di Cavriè perse le proprie prerogative in favore della nuova chiesa di San Biagio de Cornudella, così detta in riferimento a una biforcazione della Callalta.