
Quinto di Treviso
Descrizione
Numerosi reperti, oggi in gran parte custoditi presso i Musei civici di Treviso, testimoniano che la presenza umana si era radicata nella zona almeno dall'età del bronzo. Anche durante il periodo romano la civiltà era fiorente, vista anche la vicinanza al municipium di Treviso. Lo stesso toponimo ne denota le antiche origini: indicava una mansio, ovvero una stazione di cambio posta a cinque miglia dalla città, probabilmente lungo la strada che conduceva a Padova attraverso Levada, Loreggia e la via Aurelia (da notare che in comune di Morgano si trova la località Settimo.
Quinto rimase legata a Treviso anche nelle epoche successive. Un documento del 992 ricorda che i vescovi avevano alcune proprietà della zona e forse anche un fortilizio; poco dopo, le località vicine sono ricordate nell'atto di fondazione dell'abbazia di Mogliano a cui furono assegnate. Tuttavia bisognerà aspettare il 1152 per vedere citato il toponimo Quinto per la prima volta: il 3 maggio di quell'anno, una bolla papa Eugenio III confermava la dipendenza della locale pieve di San Cassiano alla diocesi di Treviso. Era inoltre sede di uno dei quattro arcipretati della diocesi, al quale erano sottoposte varie altre pievi, da Istrana a San Biagio di Callalta.