Portogruaro

Descrizione

In epoca classica il territorio era attraversato da un'importante strada romana, la Via Annia. Portogruaro, con ogni probabilità, sorse sul sito di una villa rustica dipendente dalla vicina Iulia Concordia. Il primo documento che menzioni il centro urbano è un diploma di conferma dei diritti feudali all'abbazia di Sesto al Reghena sottoscritto dal re d'Italia Berengario del Friuli a Mantova il 21 marzo 888, quando si ricorda per la prima volta una curtis denominata de Villa, in possesso dell'abbazia di Santa Maria in Silvis, sita all'incrocio dei fiumi Reghena e Lemene[8]. Nella prima metà del X secolo la curtis de Villa fu devastata, come tutto il territorio diocesano, dalle invasioni ungariche (902 - 952). Probabilmente già prima della metà del X secolo gli imperatori germanici della dinastia ottoniana fecero ricostruire un castello fortificato, affidato al loro vassallo vescovo di Concordia, sul lembo di terra più stretto e facilmente difendibile tra i fiumi Lemene e Versiola, area individuata in quella a sud dell'asse chiesa di S. Cristoforo / palazzo Venanzio, sino alla "stretta", oggi via Mazzini, probabilmente da identificare con l'antica fossa saonara.
Il 10 gennaio 1140, con una convenzione livellaria, il vescovo Gervino, concesse in livello a Giovanni Venerio, Arpone, Bertaldo, Berigoio, Enrico Mosca, Giovanni Salimbene e ad altri "portolani", terram unam a monte del fiume Lemene, nel territorio di Gruaro, al fine di costruirvi case, magazzini per i prodotti agricoli e un porto fluviale, oggi identificabile con la frazione di Portovecchio. In quel documento il primo abitato sviluppatosi intorno al nucleo del castello è denominato Villanova. La chiusura del vecchio porto fatto sorgere in quel di Gruaro e il suo trasferimento più a valle nell'area suburbana di Portonovo, denominazione duecentesca della parrocchia di San Cristoforo, sviluppo meridionale del primitivo castello, determinò l'onomastica definitiva dell'insediamento[9]. L'impianto urbanistico della città è a pettine, con due strade principali che si sviluppano parallelamente alle rive del Lemene: questa configurazione è tipica degli insediamenti germanici coevi costruiti lungo il corso di fiumi navigabili. Pertanto si può supporre che le influenze tedesche sul territorio siano state molto forti, come conseguenza della generale espansione degli interessi germanici nel nord Italia a partire dall'imperatore Ottone I. Un'ulteriore prova di queste influenze è la provenienza d'oltralpe della maggior parte dei vescovi concordiesi e dei patriarchi di Aquileia fino al basso Medioevo. Bisogna inoltre rilevare che, esattamente come nel caso delle città tedesche, Portogruaro amministrava uno spazio rurale ridotto e fondava la propria ricchezza soprattutto sul commercio.

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