Minimal Klezmer

Francesco Socal: clarinetto, sax, voce
Roberto Durante: piano, fisarmonica
Pietro Pontini: violino, viola
Enrico Milani: violoncello

Minimal Klezmer è un quartetto nato a Londra nel 2011 dall’incontro di quattro musicisti accomunati da una formazione classica, un’attitudine all’improvvisazione, una certa affinità con l’estetica dadaista e una passione travolgente per la musica klezmer. Il repertorio nasce sia da una ricerca sulle fonti tradizionali, sia dalla loro destrutturazione e rielaborazione: il klezmer tradizionale, registrato agli inizi del secolo scorso da solisti e orchestre (J. Solinsky, N. Brandwein, A. Schwartz, J. Hoffman, ecc.), ma anche brani provenienti da altre tradizioni dell’Europa orientale (Romania, Ungheria, Grecia, ecc.) vengono reinterpretati attraverso pratiche compositive ed esecutive proprie della musica d’arte del Novecento (jazz, improvvisazione libera, musica da camera).

L’esecuzione è fortemente influenzata dalla musica di strada, che rappresenta tanto l’origine del gruppo quanto il suo ambito di formazione costante. L’uso di strumenti acustici prevalentemente “portatili”, accompagnati da oggetti di scena di vario tipo, dà vita a uno spazio scenico musicale e teatrale in piccolo formato, basato sull’improvvisazione, in cui momenti di ascolto meditativo si alternano a incursioni nel mondo della danza e del cabaret.

Il gruppo vanta produzioni discografiche (Minimal Klezmer, 2012; Oy wOioi, 2014) e numerosi spettacoli in teatri, jazz club, festival e celebrazioni di vario tipo in tutta Italia, Francia, Germania, Ungheria e Regno Unito. Un nuovo album, Ӧt mínusz kettő, è stato pubblicato nel maggio 2023 dalla storica etichetta jazz veneziana Caligola. In questo terzo lavoro prosegue il viaggio nella musica klezmer e dell’Europa orientale, con un notevole incremento delle composizioni originali.

Klezmer e Klezmorim

Il quartetto Minimal Klezmer è concepito come un omaggio alle orchestre di klezmorim che hanno attraversato in lungo e in largo l’Europa orientale sin dagli inizi del Novecento. Composti da musicisti di classe popolare, spesso guardati con diffidenza per la loro condizione vagabonda e per lo spirito irriverente e libertario, i klezmorim suonavano principalmente negli shtetl durante le festività tradizionali, ma non di rado anche in contesti cattolici o ortodossi: il loro repertorio finì per fondere la tradizione musicale dei canti sacri della sinagoga con il folclore dell’Europa orientale.

Il risultato fu una forma musicale nuova ed eterogenea, il klezmer, a tratti profondamente meditativa, a tratti festosa, in cui la voce dello strumento solista segue e restituisce l’ambivalenza e la complessità delle passioni che abitano l’animo umano.