
Noventa Vicentina
Descrizione
Il nome di Noventa Vicentina (dal latino nova entia, nuove terre) ricorda l'opera di bonifica attuata dopo le disastrose alluvioni dell'età longobarda.
Sul suo territorio sono stati trovati reperti riferibili a presenza umana in epoca preistorica; fu densamente abitato in età romana.
Fonti storiche certe attestano l'esistenza di un castello vescovile a Noventa, uno dei più importanti del Basso Vicentino, del quale tuttavia sono state perse tracce e memoria. Durante il Medioevo, in quest'area i vescovi di Vicenza possedevano vaste proprietà, spesso insidiate dalle vicine Este, Montagnana e Lozzo i cui signori tendevano ad estendere i propri domini. Per tale fatto, aggravato dalla lontananza di Vicenza, il castello di Noventa doveva essere piuttosto forte: il Pagliarino scrive che i castelli di Noventa e di Pojana erano «abbondanti di ricchezze, forti et cinti di bastioni et di fossa».
Il primo documento che parla espressamente del castello di Noventa è il diploma imperiale rilasciato da Ottone III al vescovo di Vicenza Girolamo nell'anno 1000: esso vi figura tra i castelli esentati dalla tassa del fodro, privilegio che circa cent'anni dopo Enrico IV confermava al vescovo Ezzelino.