Cavareno
Descrizione
Cavareno è nominato la prima volta quale "Cauareno" in un documento relativo ai possedimenti del monastero dei canonici regolari di San Michele all'Adige databile al 1174. Non sono molto antiche le testimonianze storiche relative a Cavareno. Un altro documento nel quale si nomina il paese è del 1200. Ridotte sono testimonianze archeologiche più antiche.
Una origine suggestiva del nome “Cavareno” fa riferimento ad un’ara di calcare rosso delle dimensioni di cm 34 × 29 murata all’interno della chiesa parrocchiale di Romeno, presso la piccola porta laterale di sinistra. Non si conosce con precisione la località di rinvenimento, né l'anno in cui esso avvenne. L’iscrizione, descritta per la prima volta dal Roschmann nel 1756, è la seguente: D D Cavav C C p l l m e così viene per lo più interpretata: D(eo) D (omi) n (o) Cavav/io C(aius) C( ex / vo( to) p( osuit) l (aetus) l (ibens) m(erito). Molte sono state le interpretazioni del testo. Lo storico di Fondo Vigilio Inama preferì la lettura D(eo) D(omi)n(o) Cavavio. Si tratterebbe di un dio barbarico, una divinità retica o gallica. Per altri autori il termine Cavav indicherebbe il nome della famiglia committente. L’assonanza tra Cavav e il nome del paese di Cavareno ha indotto alcuni autori a ritenere che Cavareno sia paese antico, preromano, dedicato ad una divinità o abitato da una gente “Cavarina” che nominò il villaggio di origine. Non esistono prove a conferma, ma ai Cavarenesi queste ipotesi non sono dispiaciute e, nel 1928, al momento di creare lo stemma comunale, si pensò di utilizzare un’ara romana.
Tra i primi documenti in cui si trova citato Cavareno si ricorda la Charta della Regola che sancisce di fatto l'esistenza di una Communitas o Universitas locale. La copia più antica di tale documento risale al 1632.
Cavareno appartenne al Principato Vescovile di Trento e fu zona di confine nelle dispute secolari che hanno opposto quest'ultimo ai conti del Tirolo per il possesso della zona.