
Monte Argentario
Descrizione
Il promontorio era probabilmente già abitato dagli Etruschi, la cui presenza nella Maremma circostante è ampiamente documentata da resti archeologici. La storia di Monte Argentario è tuttavia maggiormente conosciuta allorquando alla guida etrusca dell'Etruria si sostituisce quella romana e l'intera zona entrò a far parte della proprietà personale della famiglia dei Domizi Enobarbi che la ottennero come risarcimento delle somme da loro prestate alla repubblica romana durante la seconda guerra punica.
I porti e approdi di Portu Herculis, Incitaria e Domitiana sull'Argentario, sono tutti menzionati nell'Itinerarium Maritimum, tra i porti e gli approdi del tragitto marittimo che da Roma conduceva in Provenza.
Nel IV secolo passò sotto il controllo della Chiesa romana. Nel Medioevo, anche in conseguenza del minor traffico che si svolgeva sulla via Aurelia e del progressivo impaludamento della Maremma, questi luoghi rimasero a lungo poco abitati.
Nel basso Medioevo il monte seguì le sorti di Orbetello, passò sotto i possedimenti degli Aldobrandeschi, degli Orsini, di Ladislao re di Napoli e di Siena, per finire poi sotto il dominio degli Spagnoli intorno alla metà del Cinquecento. A quest'epoca risalgono le costruzioni e fortificazioni che Filippo II fece erigere per difendere il promontorio e le terre circostanti da eventuali attacchi turchi, facendone il perno difensivo dello Stato dei Presidi e riattivando la vita civile di questi luoghi. Gli Spagnoli, costruirono sul promontorio e lungo l'intera costa tra Talamone e Ansedonia, una serie di fortezze e torri di avvistamento, tra queste, la fortezza Spagnola a Porto Santo Stefano e forte Filippo, forte Stella e la Rocca aldobrandesca a Porto Ercole. La dominazione spagnola durò fino al 1714 e l'Argentario finì sotto il controllo degli Austriaci fino al 1738 per poi passare sotto il governo dei Borbone di Napoli fino al periodo napoleonico. Sconfitto Napoleone, nel 1815 i possedimenti spagnoli passarono al Granducato di Toscana fino al 1860, quando furono annessi al Regno d'Italia.[20] Fatto storico fu la sosta di Garibaldi e i Mille il 9 maggio 1860 a Porto Santo Stefano, durante il viaggio di trasferimento da Quarto a Marsala.