Arezzo - Archivio di Stato
L'Archivio di Stato di Arezzo, sorto come Sezione di Archivio di Stato con D.M. 7 giugno 1941, in applicazione della legge 22 dicembre 1939, n° 2006, divenne Archivio di Stato a seguito del D.P.R. 30 settembre 1963, n° 1409. Nella Sezione erano confluiti fondi archivistici provenienti in gran parte dalla Cancelleria comunitativa di Arezzo, che Ubaldo Pasqui, studioso di storia locale, aveva riunito fin dal 1885 in un unico, grande complesso documentario, i nuclei principali del quale erano costituiti dall'archivio dell'antico Comune, dagli archivi di numerosi organi giurisdizionali dello Stato toscano, da una quantità di fondi appartenuti a corporazioni religiose, ospedali, opere di chiese e altre istituzioni cittadine e, infine, da pergamene varie, atti catastali e documenti diversi. L'insieme dei fondi originari non risale, salvo poche eccezioni, oltre l'anno 1384 quando la cancelleria comunale, e con essa l'archivio, vennero incendiati nel corso delle vicende che portarono alla sottomissione di Arezzo a Firenze. Le nuove acquisizioni, intervenute successivamente al trasferimento dell'Archivio dai locali del palazzo comunale alla più ampia sede attuale (1960), hanno fortemente aumentato il patrimonio documentario dell'Archivio di Stato che è venuto in possesso, a diverso titolo, di fondi di uffici periferici dello Stato (amministrativi, giudiziari e finanziari) e, in genere, di carte di istituzioni moderne, pubbliche e private, di imprese e di famiglie. La consistenza complessiva supera oggi le cinquantamila unità. La documentazione conservata costituisce un imponente complesso di fonti per la storia di Arezzo ed, in parte, anche per la storia del territorio circostante.