Piana degli Albanesi
Descrizione
Piana degli Albanesi è stata nella storia variamente denominata[27]. Nella licentia populandi concessa nel 13 gennaio 1487 agli esuli albanesi, Piana degli Albanesi è circoscritta come Casale Planicili Archiepiscopatus Montisregalis o Piana dell’Arcivescovo, ma fin dalla sua fondazione l'abitato fu ufficialmente conosciuto in latino "Nobilis Planae Albanensium Civitas". Questa denominazione mutò in Nobilis Planae Graecorum Albanensium Civitas, con l'inserimento di Graecorum che indicava per i contadini forestieri il rito bizantino (noto come rito greco) professato della popolazione albanese (bizantino-greco e non romano-latino). Nei secoli, erroneamente, nell'uso catastale e abituale delle popolazioni limitrofe siciliane, rimase il nome di Piana dei Greci, data anche dal solito equivoco d'identificazione degli arbëreshë confusi come greci per il greco antico utilizzato nella liturgia.
Fu anche conosciuta, chiamata o descritta, dalle popolazioni del circondario o in mappe storiche, Casale di lu Mercu territorii Montisregalis, Graecorum Oppidum, Badia (perché la chiesa era stata sempre il punto di riferimento degli albanesi), Plana de Griegos, La Chiana o Piano de' Greci. I suoi abitanti o gli albanesi delle altre colonie di Sicilia che si avvicendavano per raggiungerla, invece, la identificavano come Sheshi (piazza, centro), Kazallot (per una specie di sineddoche: Kazallot, toponimo locale, italianizzato in Casalotto, equivalente a Hora), Fusha e Arbreshëvet e quindi Hora e Arbëreshëvet. Il nome di Piana dei Greci, in seguito a un regio decreto e alla volontà di cambiare la denominazione per il fatto che in esso non si evidenziava l'origine albanese, dal 30 agosto 1941 venne modificato in Piana degli Albanesi.