Lercara Friddi
Descrizione
È stata fondata, nell'ambito delle nuove città istituite dall'amministrazione spagnola del re Filippo per ripopolare i feudi abbandonati, con la licentia populandi del 22 settembre 1595 concessa a Baldassarre Gomez de Amezcua che avendo sposato Francesca Lercaro, figlia di Leonello, ebbe in dote matrimoniale i feudi Friddi, Friddigrandi e Faverchi, dedicati alla produzione di vino e frumento.
Leonello Lercaro era un imprenditore genovese di origine armena venuto in Sicilia nel 1570 in cerca di miglior fortuna, e grazie alla cui intraprendenza sorse l'originario nucleo cittadino[4]. La famiglia di costui era cattolica di rito greco, e in tale fatto si giustifica la presenza a Lercara dell'icona della Madonna di Costantinopoli ritrovata dall'undicenne Oliva Baccarella nel 1807: l'effigie graffita recante la data del 1734 proveniva presumibilmente da una chiesa lercarese che seguiva il rito dei Lercari; andata smarrita per la rovina di detta chiesa, fu ritrovata all'aperto nei pressi di un vicino torrente: la tradizione popolare tramanda come miracoloso quell'evento, da cui trassero origine la festività patronale e la chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli (che conserva il graffito, dipinto alla fine del XIX secolo)[5].
Per lungo tempo le maggiori testimonianze urbanistiche di Lercara Friddi furono soprattutto luoghi di culto: dopo la chiesa di San Gregorio d'Armenia, edificata da Lionello Lercaro tra il 1573 e il 1580 nella zona di via dei Martiri, ci furono la chiesa della Madonna del Rosario, edificata da Baldassarre Gomez de Amezcua tra il 1595 e il 1604 in via Pucci; la chiesa di Sant'Anna, edificata da Francesca Lercaro tra il 1605 e il 1610 nella stessa omonima via; e la chiesa di San Gregorio Traumaturgo, inizialmente edificata da Raffaella Lercaro de Amezcua tra il 1627 e il 1640 e poi riedificata più volte sino ai primi dell'Ottocento, corrispondente alla parte alta di Corso Giulio Sartorio (tutte scomparse nel tempo).