Sassari - Biblioteca universitaria
L’origine della Biblioteca Universitaria di Sassari è strettamente legata al lascito che Alessio Fontana, funzionario della cancelleria imperiale di Carlo V, destinò, nel 1558, alla fondazione del Collegio Gesuitico. Questi libri, insieme a quelli pervenuti con le donazioni, tra il XVI e il XVII secolo, costituiscono il nucleo fondante della biblioteca.
L’origine della Biblioteca Universitaria di Sassari è strettamente legata al lascito che Alessio Fontana, funzionario della cancelleria imperiale di Carlo V, destinò, nel 1558, alla fondazione del Collegio Gesuitico. Questi libri, insieme a quelli pervenuti con le donazioni, tra il XVI e il XVII secolo, costituiscono il nucleo fondante della biblioteca.
Questo primo fondo rispecchiava le discipline oggetto di studio delle scuole inferiori del Collegio che, secondo la ratio studiorum, erano mirate a porre le basi di un’educazione cristiana, con lo studio della grammatica, della retorica e dialettica, della filosofia, della teologia e delle sacre scritture.
Con la trasformazione del Collegio degli Studi in Università nel 1632, la biblioteca incrementò il suo patrimonio librario, grazie soprattutto al provvedimento emanato nel 1658 con il quale si potevano introdurre sull’isola libri senza il pagamento di alcun dazio. A seguito della chiusura dei collegi religiosi attraverso la Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773 di Clemente XIV, il re di Sardegna Vittorio Amedeo III dispose che i volumi appartenuti ai due ex collegi dei gesuiti, venissero versati alla Regia Biblioteca dell’Ateneo turritano. L’incorporazione delle due ex biblioteche è da datare quindi tra il 1782 e il 1784. Nel 1799 l’abate De Candia ebbe l’ordine di riordinare la biblioteca, progettando un notevole acquisto di volumi che soddisfacesse le esigenze degli insegnamenti universitari impartiti all’epoca.