
Sant'Agata di Puglia
Descrizione
In località Santa Maria d'Olivola si rinvengono quattordici epigrafi sepolcrali di epoca imperiale (II-III secolo d.C.), il che fa ipotizzare l'esistenza di un vicus situato, con ogni probabilità, lungo la Via Herculia. Inoltre, poiché nel corso del medioevo (XII secolo) è attestata, nella medesima area, una chiesa intitolata a Sancta Maria Matri Magna, si può supporre che il sito corrisponda alla statio Ad Matrem Magnam citata nell'Itinerarium Antonini e riferita a un tempio dedicato alla dea Cibele, la cui esatta ubicazione resta però sconosciuta.
Durante la dominazione sveva, la provincia militare di Sant'Agata era denominata "Castellania".
Con decreto imperiale del 5 ottobre 1239 Federico II di Svevia incluse quello di Sant'Agata fra i castra exempta (letteralmente, "castelli esentati"), ritenuti di primaria importanza sia a scopo difensivo sia come residenze imperiali. Per essi si riservò personalmente la scelta e la nomina dei castellani. Nello stesso anno, fu emanato un mandato imperiale che obbligava gli abitanti del giustizierato di Principato e Terra Beneventana a riparare il Castello di Sant'Agata; nel 1250 l'obbligo fu esteso agli abitanti di alcuni centri della Capitanata: «Casale di Sant'Antuono, Ascoli, Candela, Santo Stefano in Iuncarico e San Pietro in Olivola, le quali terre debbono anche prestare una determinata obbligazione ogni anno nel predetto castello».