
San Marco in Lamis
Descrizione
La storia della cittadina si intreccia con quella del santuario di San Matteo Apostolo, il cui edificio a prima vista può essere scambiato per un'antica fortezza, ma in realtà è un luogo di culto e di ospitalità risalente al IX-X secolo. Nel Medioevo l'imponente struttura garantiva protezione agli abitanti del luogo, per la sua posizione inespugnabile, arroccata su un colle. Dal XVII secolo a oggi è un convento di frati francescani.
Nel XVIII secolo ottenne il titolo di città regia, in virtù della sua numerosa popolazione, di oltre 9000 abitanti, che la rendeva la quarta città della Capitanata, dopo San Severo, Foggia e Lucera, al pari di Monte Sant'Angelo.
Il centro storico è denominato Padula, ovvero palude (in lamis in latino equivale proprio a "nelle paludi"), a testimonianza del fatto che un tempo (prima della sua completa bonifica) la zona era paludosa. Esso è di tipo medievale, con case basse a schiera prevalentemente bianche, con strade strette e vicoli ciechi.
Mirabile è la descrizione che ne ha fatto Riccardo Bacchelli nella sua novella Il brigante di Tacca del Lupo: "Come uno spaccato verde tra aridi colli, s'apriva, fresco d'alba, il vallone dove si stipa San Marco in Lamis, paese singolare per la distribuzione regolare delle strade ai lati della via maestra, onde le rosse, vivide file di tetti a due spioventi uguali, uguali anch'esse le case d'altezza e dimensione, si allineano e si spartiscono come un ammattonato a spina..."