Film Muto in Concerto The Kid Charlie Chaplin

Il nostro progetto pone in primo piano l’emozione e il coinvolgimento, che pochi ma essenziali elementi possono provocare nello spettatore. In una era di intelligenza artificiale dove la realtà può essere stravolta con effetti speciali, il cinema muto parrebbe sembrare in antitesi e anacronistico. Eppure, il cinema muto, fu il primordiale, e per i suoi tempi, sorprendente metodo per trasmettere emozioni e realtà. Bastavano delle riprese imperfette, una musica di accompagnamento e molta mimica, soprattutto facciale, per commuovere e scatenare emozioni e partecipazione. In una società dove il virtuale si accavalla alla realtà, quasi confondendola e falsificandola, ritornare alle origini, dove in una sala, quasi di altri tempi lo spettatore riscopre che i sentimenti autentici non sono quelli costruiti da tecniche artificiali e computerizzate, ma sono quelli che nella semplicità del quotidiano, in contesti umili e semplici, accomunandoci permettono di ritrovare il nostro “io” intimo ed autentico. Difficilmente un ragazzo di oggi perderebbe del tempo per vedere un Film muto, prediligendo videogiochi o Film video con effetti speciali. Questo apparente arricchimento della società, in realtà ci omologa. Sarebbe cosa buona indurre e condurre, quasi per mano, il ragazzo a ritrovare quel “io” intimo che lo renderebbe consapevole di essere unico e non omologabile ad alcuno. Passaggio necessario per una crescita matura e responsabile. Infatti ognuno di noi è una entità unica e irripetibile. Solo il nostro lavoro interiore e l’elaborazione dei nostri sentimenti e stati d’animo può aiutarci a conoscerci pienamente e a scoprire di essere risorsa per noi e per gli altri. Contrariamente quello che ci omologa ci impoverisce poiché ci pone in competizione con noi e con gli altri. Il nostro progetto vuole aiutare le nuove generazioni a conoscere non solo il cinema e le sue origini ma anche, soprattutto, se stessi e il proprio mondo interiore, sicuri che questo possa aiutarli a crescere scoprendo di essere risorse preziose per se e per gli altri. L’uomo non è, e non deve essere, in continua competizione, ma deve, soprattutto, sperimentare e comprendere che la solidarietà, la collaborazione e la partecipazione affondano le loro radici nell’unicità di ciascuno di noi, posta al servizio della collettività di appartenenza per renderla migliore.