
Crispiano
Descrizione
I primi insediamenti nella zona risalgono ad epoca preistorica, come testimoniato dal rinvenimento dei resti di una tomba collettiva scavata nella roccia; a questi subentrarono altri, fino ad arrivare alla colonizzazione dei greci e dei romani, cui va riportata l’origine del toponimo, fatto derivare dal nome CRISPIUS del cavaliere cui fu assegnato il territorio. Dopo l’invasione dei goti fu occupata dai bizantini che, per sfuggire alle persecuzioni degli imperatori iconoclasti, si rifugiarono nelle grotte lungo le coste e in quelle esistenti sull’altopiano di Taranto, trasformandole in cappelle cristiane e dando vita a più insediamenti rupestri. Con le incursioni dei saraceni, avvenute tra la prima metà del IX e quella del X secolo, trovarono riparo nelle sue caverne anche numerosi tarantini, che diedero vita all’omonimo casale, spopolatosi nel Trecento a causa delle tasse imposte dai feudatari e dei soprusi degli stessi e scomparso tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. L’attuale abitato sorse sul finire del Settecento o agli inizi dell’Ottocento sui terreni anticamente appartenenti alla locale abbazia di Santa Maria e sui quali erano state costruite numerose masserie a seguito dell’immigrazione di braccianti martinesi, stabilitisi nelle grotte del Vallone. È comune autonomo dal 1919, dopo la separazione da Taranto. Tra i monumenti spiccano l’ottocentesca chiesa matrice, dedicata alla Madonna della Neve, la chiesa vecchia, la chiesa di San Michele Arcangelo, la cripta abbaziale di Santa Maria e le torri Cacace e Minnini.