
Villarbasse
Descrizione
Il toponimo deriva dal tardo latino villar (attribuito ai villaggi non eretti a municipalità) e abbatiarum, ossia "delle abbazie", intendendo con esse quella di San Michele (la Sacra) e quella di San Solutore Maggiore, ubicata a Torino.
I primi insediamenti umani nel territorio compreso fra le ultime colline dell'anfiteatro morenico di Rivoli, risalgono alla preistoria, come dimostrano le tracce di incisioni e scavi nei Massi a Segnali o Pietre a Scodelle che, unitamente ad altri massi erratici sparsi fra i boschi collinari, costituiscono una testimonianza del fenomeno glaciale della valle di Susa. Anche i due Roch 'd Pera Majana che spiccano nella piana ai piedi della collina, ne sono una testimonianza.
In alcuni scavi effettuati nel XIX secolo, furono ritrovate tombe, armi, vasi, monete e suppellettili risalenti all'epoca romana. Attorno all'anno 1000, alcune località di Villarbasse vengono menzionate nella donazione fatta da Gezone, Vescovo di Torino, all'Abbazia di San Solutore. Nel 1250 Villarbasse si compose a comune, con interessi e diritti distinti da quelli dell'Abbazia di San Solutore. Fuori dalle grandi strade di comunicazione, Villarbasse non subì grandi vicende militari: sia i Francesi che gli Spagnoli occuparono il paese depredandone la popolazione.
Nell'immediato dopoguerra il paese ha avuto una triste e lugubre notorietà a seguito della cosiddetta Strage di Villarbasse della Cascina Simonetto, avvenuta il 20 novembre 1945, che ha portato all'applicazione per l'ultima volta in Italia della pena di morte.