Torino - Biblioteca Nazionale
La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (anche nota con l'acronimo BNUTO) è una delle più importanti biblioteche pubbliche statali italiane. Fu la prima biblioteca pubblica del Regno d'Italia. Fondata nel 1720, ha sede in piazza Carlo Alberto, di fronte a palazzo Carignano, nelle cui antiche scuderie è stata interamente ricostituita tra il 1958 e il 1972.
La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (anche nota con l'acronimo BNUTO) è una delle più importanti biblioteche pubbliche statali italiane. Fu la prima biblioteca pubblica del Regno d'Italia.[1] Fondata nel 1720, ha sede in piazza Carlo Alberto, di fronte a palazzo Carignano, nelle cui antiche scuderie è stata interamente ricostituita tra il 1958 e il 1972.
La biblioteca appartiene al Ministero della cultura e partecipa al Servizio bibliotecario nazionale (SBN). Inoltre, ai sensi della legge 106/04, è destinataria del deposito legale per la regione Piemonte.
Originariamente formato dal fondo della dinastia Savoia e dalla raccolta libraria dell'Università di Torino, nel corso del tempo il patrimonio della biblioteca è stato accresciuto grazie a numerose acquisizioni e alle donazioni da parte di privati. Le sue collezioni comprendono 763.833 volumi a stampa, 2.095 periodici, 4.554 manoscritti, 1.603 incunaboli e 10.063 cinquecentine.
Le origini della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino risalgono al 1720, quando il duca Vittorio Amedeo II di Savoia decise di unire i circa 14.000 volumi che formavano il fondo ducale sabaudo (fin lì conservati nella Biblioteca Civica e nella Biblioteca Reale) alla raccolta libraria della Regia Università, la cui nuova sede era stata inaugurata tra il 1713 e il 1715 in via Po.
Con le Costituzioni del 1729 la Regia Biblioteca Universitaria si dotò di un proprio regolamento e fu stabilito l'obbligo in capo a tutti i tipografi del regno di Sardegna di consegnare alla biblioteca una copia di tutto ciò che da essi era stampato, per finalità di conservazione. Un obbligo analogo fu imposto anche ai professori dell'università con riferimento ai loro scritti accademici.