
Ovada
Descrizione
Dopo l'assalto e la distruzione dell'abbazia di Giusvalla ad opera dei Saraceni e le continue scorrerie sul territorio, dopo pochi anni tali episodi convinsero Anselmo, figlio del marchese Aleramo, ad erigere la nuova abbazia di San Quintino di Spigno Monferrato, come forma di contrasto alle scorrerie e difesa dei pellegrini e delle vie commerciali.
Menzionata per la prima volta nel 967 quando Ottone I donò al Marchese Aleramo una villa in territorio di Ovada, che era sottoposto all'Abbazia di S. Quintino. Ovada fece quindi parte della marca aleramica, passando poi sotto il dominio dei marchesi di Gavi, dei marchesi del Bosco e infine dei Malaspina, che in varie riprese (1272-1277) la cedettero a Genova. Occupata dai duchi di Milano e attribuita alla famiglia Trotti, fu infeudata agli Adorno, che la tennero fino al 1499, quando il re di Francia Luigi XII la restituì ai Trotti. Intanto la città si era ingrandita e possedeva ormai una grande chiesa parrocchiale, un castello e delle mura, anche se l'agricoltura era ancora molto poco praticata e la principale fonte di alimentazione erano le castagne dei boschi circostanti il borgo. Principale motore dell'economia del luogo erano invece l'artigianato, grazie allo stazionamento delle guarnigioni del castello, ed il commercio, anche se le piccole e pericolose strade presenti erano poco adatte agli spostamenti.