Francavilla Bisio

Descrizione

Le vicende storiche relative all’antico borgo, trovano la loro genesi nell’Alto Medioevo con citazioni relative a Bassignana (o Bassignanella) di Val Lemme. Il primo documento in cui compare questo nome è datato 1181 e si riferisce ad una donazione dei marchesi di Gavi ai benedettini di S. Andrea di Sestri Ponente, consistente in una zona di bosco rovereto sito in Bassignana di Val Lemme.
Altri documenti attestano che in questo luogo esistevano già nel 1127 un castello, le mura con relative porte d’accesso al borgo, la chiesa di Santa Maria delle Vigne, il mulino e la fornace. In questo periodo (esattamente il 1120) l’ordine dei monaci Cistercensi ripudia gli apparati feudali a favore di una maggiore libertà economica e crea un nuovo sistema patrimoniale la Grangia, cioè una piccola abbazia con chiesa, refettorio, dormitorio, fornace e mulino. Attorno, il terreno, coltivato dai monaci stessi. La grangia si distingue dai monasteri perché, a differenza di questi, i monaci la abitano soltanto temporaneamente.
Le grangie, in genere, sono ubicate lungo le principali vie di comunicazione allora esistenti, altresì con il compito di assistere viandanti e pellegrini. Anche a Bassignana Val Lemme – posta lungo la via che da Alessandria attraverso Gavi e Voltaggio giungeva a Genova – sorge una grangia dipendente dall’Abbazia di Rivalta Scrivia ed i primi documenti che ne attestano l’esistenza sono tre atti notarili. Il primo (6 giugno 1183) relativo ad una donazione del marchese di Parodi all’abbazia di Rivalta per la propria grangia di Bassignana, di prati, boschi e mulino. Un secondo e terzo atto notarile (8 maggio 1189) rispettivamente per una donazione alla grangia della chiesa di Santa Maria da parte del Vescovo di Tortona e per un’altra donazione da parte dei marchesi di Gavi di quanto possedevano nel castello e nel borgo della villa oltre a campi, vigne, prati e boschi. Da questo momento è un susseguirsi di donazioni e di acquisizioni finalizzate all’espansione della grangia stessa.

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