
Caluso
Descrizione
Caluso fu probabilmente già abitata dalle popolazioni celtiche dei Salassi, in età preromana. I romani ne fecero una cittadella fortificata cinta, un Oppidum Clausum, ossia "città forte-chiusa", da qui probabilmente il nome Caluso. La sua importanza strategica era presumibilmente dovuta alla posizione di controllo della strada per Eporedia (l'attuale Ivrea).
Il cronista trecentesco Pietro Azario, nel suo De Bello Canepiciano, narra delle guerre che allora si combatterono per il dominio del Canavese, nelle quali Caluso ebbe un'importanza determinante. Conteso fra guelfi e ghibellini, i primi rappresentati dai Conti di San Martino ed i secondi da quelli di Biandrate, appoggiati dai Marchesi del Monferrato, Caluso venne occupata dai primi. Tuttavia i ghibellini non si rassegnarono e Giovanni II Paleologo, Marchese del Monferrato, riuscì con un'astuzia a rioccupare la cittadina dopo un assedio che ebbe alterne vicende fra le due parti. Caluso passò quindi sotto il dominio dei Marchesi del Monferrato che, d'accordo con i Savoia, riuscirono a mantenere il controllo, per un certo periodo, anche sulla città di Ivrea. Questa guerra, culminata con la battaglia di Caluso, venne anche menzionata da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia.
Nel Cinquecento Caluso fu contesa tra Francesi e Spagnoli, i quali smantellarono, neutralizzandola definitivamente, la rocca. La spuntarono infine i francesi un cui generale, Carlo I di Cossé, fece costruire il canale che attraversa il paese derivandone le acque da quelle del torrente Orco presso Castellamonte, a scopi irrigui, oltre che a favorire l'installazione di mulini ad acqua. La Pace di Cateau-Cambrésis (1559), segnò il passaggio di Caluso e del Piemonte al Ducato di Savoia.