
Boves
Descrizione
Da remotissimi tempi abitata, fu colonia romana nel periodo in cui le legioni romane dilagarono alla conquista della Gallia Cisalpina. Affacciatasi alla storia dell'era cristiana come "castrum" e "locus" Boves è ricordata per la prima volta in un documento dell'815 con il nome di BOVIXIUM. 815 Un diploma di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno riconosce i diritti dell'abbazia di San Dalmazzo di Pedona su chiese e località del Contado di Bredolo, più antico documento finora ritrovato in cui compaia il nome Bovixio.
La sua storia è simile a quella di ogni altro "borgo" della provincia che ebbe a subire le conseguenze di scorrerie saracene e di lotte tra feudatari e signorotti che cercavano potere e benefici. Possesso dei Marchesi del Vasto, passò poi alle dipendenze dei Marchesi di Busca (1144), a quelli di Ceva (1214), appartenne al Marchesato di Saluzzo, ai Visconti e dal 1396 agli Acaja, per riunirsi infine ai domini sabaudi del 1418 conseguendo autonomia comunale, con l'approvazione dei propri statuti.
I secoli XVI e XVII vedono il territorio bovesano percorso di volta in volta da truppe francesi, spagnole, imperiali, che seminano saccheggi, carestie, pestilenze. La comunità tuttavia reagisce con caparbietà a difesa della propria libertà e dei propri valori, affidandosi a protezioni divine con "voti civici" alla Madonna dei Boschi (1630) e con la costruzione di un santuario a Sant' Antonio (1647), ma soprattutto potenziando attività economiche, costruendo infrastrutture a servizio dell'agricoltura (il canale Naviglio) e dell'artigianato (sega ad acqua, battitoio per la canapa, mulini, martinetto a maglio meccanico...), salvaguardando i propri diritti all'uso di acque e pascoli anche con liti contro Comuni vicini, ed infine favorendo una oculata espansione urbanistica.