Associazione Banda Musicale "G. Cotti" città di Asti APS
La Banda Musicale Giuseppe Cotti ha una storia che la può a ragione rendere uno spaccato efficace dei cambiamenti nella vita della città stessa. Il 1848, anno importante per l’evoluzione politica dell’intera Europa, registra un evento interessante: la Guardia Nazionale, istituita per difendere monarchia e Statuto, avanzò in quell’anno una richiesta economica per formare un corpo musicale. Il contributo arrivò solo due anni dopo, le prime notizie certe risalgono al 1854, quando, il 14 maggio, si tenne il primo concerto per la Festa dello Statuto, sotto la direzione del primo maestro, Giovanni Cima.
Cima morì giovanissimo l’anno successivo e divenne direttore Giuseppe Cotti, direttore e musicista al quale oggi è intitolata la Banda. G. Cotti fu una personalità di grande rilevanza: insegnante di canto, pianoforte e compositore alla Scuola di musica, maestro concertatore a teatro ed organista alla Cattedrale della città. A causa dei conflitti mondiali e di contrasti interni la banda fu più volte sciolta e ricostituita. Sotto la direzione del maestro Ezio Baroncini nel 1948 la formazione visse un periodo di crescita e ripresa vigorosa della sua attività, attività che divenne tuttavia regolare solo a partire dagli anni Cinquanta: nel 1951 fu la volta di Giovanni Bosi, a cui seguì, nel 1964, Giacomo Zoppi, al quale successero Gianfranco Bottino, Giovanni Paolucci ed infine Carmelo Barbera. Nel dicembre 1995 la Banda si costituì in forma di Associazione Culturale e nel 1996 assunse la denominazione di Banda Musicale Giuseppe Cotti – Città di Asti, aprendo quella pagina di
storia che si sta tuttora vivendo, sotto la guida prima di Gino Ferraris, poi di Andrea Cupia e ora di Sandro Satanassi, l’attuale Maestro, docente di Strumentazione e Composizione per Orchestra di Fiati presso il Conservatorio G. Verdi di Milano.
Come ha scritto il giornalista Carlo Francesco Conti,” la Banda Giuseppe Cotti [...] possiede una passione non comune per fare musica e portarla tra la gente. E la storia continua...