
Sant'Angelo in Vado
Descrizione
Sant'Angelo in Vado sorge sulle rovine dell'antica città romana di Tifernum Mataurense, denominazione che deriva da tipher o tifia, pianta acquatica che si sviluppa nelle zone paludose. Lo studio della pianta della Tifernum, ricostruita in base alle informazioni ottenute con le operazioni di scavo e con le interpretazioni aerofotografie, porta alla constatazione che la città aveva forma quadrata, con i classici cardo e decumano incrociati secondo il tipo urbano del castrum. L'esistenza dell'antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium della città. Si ritiene che questa, dopo l'avvento del cristianesimo, fosse sede vescovile.
La lunga guerra tra Bizantini e Ostrogoti durante il VI secolo interessò anche il territorio della Tifernum Mataurense, che subì la totale distruzione. I Longobardi ricostruirono il nuovo abitato sulle rovine della città romana quasi completamente ricoperte dai terreni alluvionali, e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui il nome di Sant'Angelo. La seconda parte del nome "in Vado" fu aggiunta successivamente e sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi della città adagiata sulle rive del fiume, si dovesse "guadare" il fiume Metauro. Secondo un'altra interpretazione invece la parola è collegata al guado, una pianta che cresce piuttosto abbondante lungo le rive del fiume e dalla quale, attraverso un opportuno procedimento, si estraeva un inchiostro scuro utilizzato per stampe e la tintura dei tessuti.