Sesto Calende

Descrizione

Da Sesto Calende passava la via Mediolanum-Verbannus, strada romana che collegava Milano al Lago Maggiore. Qui la via si divideva nelle sue due direttrici terminali: la prima raggiungeva Angera, mentre l'altra raggiungeva la val d'Ossola. Già appartenente al Contado del Seprio come sede di sculdascio, e successivamente alla Pieve di Angera, dalla metà dell'XI secolo, fino al 1820, appartenne alla diocesi di Pavia. Comprendeva la località di Cocquo. In età napoleonica (1811) venne aggregato a Sesto Calende il limitrofo comune di Golasecca, che recuperò l'autonomia nel 1816, in seguito alla costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Fino all'avvento della ferrovia l'economia di Sesto Calende era basata sulla navigazione sul fiume Ticino. Le barche erano di proprietà dei mercanti di Sesto Calende che le affidavano a delle guide che erano chiamate paroni e i più esperti, cioè quelli che conoscevano le insidiose rapide del fiume, provenivano esclusivamente dai comuni di Golasecca e Castelletto Ticino. Tra Sesto Calende e Tornavento vi erano infatti ben undici rapide, ognuna contraddistinta con un proprio nome dialettale; le guide tramandavano da padre in figlio l'arte di saper condurre le barche, a volte lunghe fino a venti metri, attraverso queste rapide.
Era una corporazione molto forte tanto da imporre le loro tariffe ai vari mercanti che li ingaggiavano nei singoli viaggi per trasportare le loro merci sul fiume Ticino e sul Po, fino a Venezia. Erano titolari di una sorta di "patente" e nessun altro poteva entrare nella corporazione senza il loro permesso. I Paroni erano proprietari dell'attrezzatura e dei cavalli che servivano a rimorchiare le barche nella dura risalita del fiume.
Fino al 1882 Sesto Calende manteneva un ruolo di collegamento per il commercio dei grani fra il fiume e il lago; porto d'arrivo delle granaglie era la svizzera Magadino da dove poi le merci proseguivano su carri, attraversando i passi del Gottardo, Lucomagno e San Bernardino. Sulla riva del fiume vi erano una quindicina di magazzini per l'ammasso dei cereali e risiedeva il "commissario per la spunta dei grani" che prendeva in carico i prodotti in arrivo quotidianamente e rilasciava la licenza di esportazione per il mercato di Laveno. È infatti del 1786 il documento più antico esistente presso l'Archivio Municipale di Sesto Calende e che riguardava l'istituzione di un mercato dei grani, bestiame ed altro da tenersi il mercoledì. Il mercato si svolgeva attorno al porto, alla confluenza tra la strada postale del Sempione e il vecchio traghetto di Castelletto Ticino.

Enti organizzatori

Enti che gestiscono gli artisti in autonomia

Comune di Sesto Calende - Cultura
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