
Magenta
Descrizione
Le origini di un insediamento nel territorio di Magenta sono state confermate da ritrovamenti archeologici nell'area della Cascina Bergamasca, con il ritrovamento di fittili che risalgono al neolitico o all'inizio dell'età del bronzo (2500 a.C.).
Da Magenta, in epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. L'origine dei primi insediamenti stabili in paese va probabilmente collocata attorno al V secolo a.C. quando alcune tribù di Galli Insubri stabilì un proprio villaggio nei pressi di un punto strategico non distante dal Ticino, nell'attuale frazione di Pontevecchio. Quando i Romani conquistarono il territorio nel 222 a.C., l'accampamento fortificato si trovava ad essere l'ultimo centro abitato prima del valico del fiume, in prossimità dell'allora vadum Tercantinum (Trecate). L'origine romana del primo centro abitato stabile di Magenta sembrerebbe essere comprovata da oggetti rinvenuti durante i lavori di scavo e dissodamento eseguiti nel 1896 in località Cascina Bovisa (frazione Ponte Vecchio) con anfore, urne cinerarie e monete coniate sotto Tiberio, con la presenza quindi anche di una necropoli. La tipologia di oggetti ritrovati e la presenza di metalli non lavorati lasciano presupporre che nell'area potesse avere sede anche una fucina per la produzione di armi in loco.
Dopo la parentesi delle invasioni barbariche, Magenta si trovò sotto il dominio longobardo e nel 569 subì come altri borghi nella zona il sacco di re Alboino, divenendo quindi dipendente dalla vicina Corbetta che svolgeva allora da centro essenziale per i vicini villaggi. Della signoria degli arcivescovi milanesi affermatasi nel X secolo dovette probabilmente risentire anche Magenta, anche se non ci è giunta alcuna traccia muraria della presenza di un castello, e solo studi successivi hanno fatto ritenere che una qualche fortificazione potesse situarsi presso l'area dell'attuale piazza Liberazione.