
Bresso
Descrizione
Le origini della città risalgono al IV secolo a.C. quando i popoli celtici del nord europa, i Galli Insubri, attraversarono le Alpi e si stabilirono nella Pianura Padana; qui si ebbe il primo nucleo di Bresso che era costituito da un piccolo insediamento umano circondato dalla campagna e bagnato dal vicino fiume Seveso. Dopo la colonizzazione romana avvenuta nel corso del II secolo a.C., nel 49 a.C. nella Brixium romana venne posata la quinta pietra miliare sull'attuale Valassina che cadeva in prossimità dell'attuale chiesa del Pilastrello, rendendo quindi probabile la presenza di una mansio nella zona. Nel 568 d.C. tutta la zona situata al nord del Po viene occupata dai Longobardi e la Brixium dell'età medioevale si presentava come un piccolo assembramento di case di pietra e legno circondate da campi e terreni che appartenevano per lo più ad ordini religiosi.
Nel 1189 Brixium è di proprietà della Basilica di San Giovanni Battista in Monza e pertanto in loco vi erano dei terreni acquisiti e amministrati dalla Chiesa. L'anno seguente muore l'imperatore Federico Barbarossa e Monza e il suo territorio entrano a far parte di Milano e anche Brixium segue il medesimo destino. Nel 1290 Bresso è un villaggio rurale di una certa importanza; Goffredo da Bussero nel suo Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, ricostruisce l'inventario delle istituzioni ecclesiastiche nel Milanese e tra queste cita la chiesa di SS. Nazaro e Celso situata a Bresso (in plebe Bruzzano, loco Brixio, ecclesia Sancti Nazari).[9] Nel 1398 alcune chiese del territorio assumono il ruolo di parrocchie con un prete residente e Brixium è una di queste; la presenza di un sacerdote a Bresso è confermata da una pergamena del 1484, il più antico documento conservato nell'archivio parrocchiale, dove viene citato Simone de Gatti, primo parroco bressese di cui si abbia notizia, ed il suo successore Giacomo de Gatti. Il 15 settembre 1470 Galeazzo Maria Sforza emana un editto dove viene deliberato che nelle campagne della zona si debbano piantare filari di gelso, pianta che diventerà importante per l'economia bressese dei secoli successivi e ancora oggi è raffigurata sullo stemma del Comune.