Santo Stefano di Magra
Descrizione
Le prime testimonianze storiche sono databili al X secolo, in particolar modo al 981 dove il borgo di Santo Stefano venne ricordato quale importante sede di mercato (mercatum in plebe Sancti Stephani), nel diploma imperiale di Ottone II di Sassonia, lungo la via Francigena cioè la "strada dei pellegrini" diretti a Roma.
Assoggettato ai vescovi-conti di Luni, il borgo fu luogo di sosta sulla via Francigena di importanti autorità religiose, dirette o provenienti dalla città capitolina, tra i quali l'arcivescovo Sigerico di Canterbury che intorno al 990 redasse un diario del suo viaggio, l'abate islandese Nikulas di Munkaþverá nel 1151 circa che descrisse il suo viaggio dall'Islanda a Roma, o l'abate di Guny tra il 1145 e il 1153. La stessa pieve, intitolata al santo Stefano protomartire, è citata in uno scritto del 1154 di papa Anastasio IV.
L'importanza del suo mercato e delle attività connesse sono altresì ricordate in un diploma del 1185 da Federico Barbarossa (burgum Sancti Stefani cum mercato banno iustitia et piscatione). Tuttavia, l'esistenza effettiva e documentata di una comunità santostefanese è datata solamente al 1202 quando, il 12 maggio, rappresentanti del popolo, assieme al Vescovo e ai Malaspina, si riunirono per un comune giuramento di pace tra le parti.
Al 1203 sono documentate le designazioni di aree concesse agli abitanti e la costruzione di nuovi castelli, sempre per amministrazione vescovile, mentre dal 1204, con il trasferimento della sede vescovile da Luni a Sarzana, con bolla di papa Innocenzo III, Santo Stefano assistette alla sempre maggiore crescita espansiva ed economica della vicina città sarzanese.