Teatro Civico - La Spezia
La costruzione del Teatro Civico, primo edificio esterno al tracciato delle antiche mura nell’ottica di espansione della città verso il mare, fu avviata il 6 luglio 1840 e portata a termine nel 1846 su progetto dell’architetto genovese Ippolito Cremona.
Gli anni Trenta del Novecento rappresentarono per La Spezia e per la sua vita teatrale e culturale l’avvio di una nuova, importante, stagione. Nel 1933, per la sistemazione urbana del centro cittadino e per l’apertura della nuova Piazza Verdi, il Politeama Duca di Genova fu demolito. Stessa sorte toccò al Teatro Civico nei primi anni Trenta che fu in seguito ricostruito dalle fondamenta su progetto dell’architetto Franco Oliva. Con la rappresentazione della “Tosca” cantata dal soprano Bianca Scacciati, il 4 febbraio del 1933, il Teatro ricominciò la sua attività.
Il nuovo fabbricato, ampliato dal lato di Piazza Mentana e capace di ospitare 1800 persone, occupò il vecchio ripiano e le gradinate esterne, mentre dal lato di Corso Cavour avanzava fino alla linea stradale permettendo l’ingrandimento del palcoscenico. L’apparato scultoreo è opera di Augusto Magli.
Con il nuovo assetto si entrava nel Teatro da Piazza Mentana mediante tre porte corrispondenti ai tre archi di facciata; nell’atrio l’ampia scalinata conduceva al foyer riquadrato da imponenti pilastri in magnifico marmo apuano macchiato detto “cipollino”; a sinistra del foyer, il caffè del Teatro; a destra il guardaroba e le scale d’accesso ai palchi e alla balconata; al piano occupato dal primo ordine di palchi si trovava un altro piccolo foyer. La sala degli spettacoli perse la forma a ferro di cavallo per assumere la figura di un rettangolo quasi regolare, acquistando così in lunghezza, mentre gran parte del vecchio foyer fu occupata da una vasta balconata che sostituiva quello che era il primo ordine dei palchi dell’antico Teatro.
L’interno era dominato dalle norme del razionalismo architettonico: all’Oliva non poteva sfuggire l’idea di trovare la linea di transizione tra la forma tipica del teatro del Settecento e l’odierna sala cinematografica.
La balconata, divisa in due ordini e terminata dalla seconda galleria o loggione si sovrapponeva alla platea per un notevole tratto; scomparirono gli stucchi e le ornamentazioni pesanti (rimasero due piccole danzatrici nude in marmo bianco all’ingresso dai due lati della platea e due piccole Fame cavalcanti all’esterno dei palchi); la sala risultò così di un’armonia semplice a colori tenui e a superfici lisce; tuttavia furono conservati i tre ordini di palchi, oltre alle barcacce, come nel vecchio Teatro.
Per continuare la lettura seguire il link del Teatro: https://www.teatrocivico.it/il-teatro/