Cairo Montenotte
Descrizione
Il toponimo di "Cairo" deriva dal latino medioevale cairum, a sua volta derivato dalla radice del ligure antico car, con il significato di "pietra" o "rocca". Ritrovamenti archeologici di vari manufatti confermano che il territorio fu abitato dall'uomo primitivo già in epoca neolitica: cuspidi di frecce, lance, rudimentali aspirapolvere, pugnali ed asce sono conservate presso l'istituto Calasanzio di Genova Cornigliano, mentre un'ascia di pietra levigata, trovata nella frazione di Carretto, è attualmente in custodia del museo di archeologia ligure di Genova Pegli. Nel vicino comune di Roccavignale è stata rinvenuta una sepoltura con tre dolmen, mentre bracciali e altri piccoli manufatti in bronzo di epoca successiva provengono da varie località della zona e sono attualmente conservati presso il museo delle antichità archeologiche di Torino.
Probabilmente prima della conquista romana, come il resto del territorio valbormidese, era abitato dalla popolazione dei Liguri Statielli.
Dopo la conquista da parte dei Romani del territorio ligure, la val Bormida fu attraversata dalla Via Aemilia Scauri, opera del censore Marco Emilio Scauro del 109 a.C., che metteva in diretto collegamento le città di Derthona (Tortona) e Vada Sabatia (Vado Ligure); nell'odierna Cairo sorgeva la stazione di Canalicum o Calanico. La rete viaria fu in seguito ampliata con la costruzione della via Julia Augusta, voluta da Augusto nel 13 a.C. per assicurare il collegamento con le province galliche.
A Cairo, dove oggi sorge il santuario della Madonna delle Grazie, sono stati ritrovati in loco diversi manufatti romani e i resti di un'antica villa rustica (fattoria) d'epoca imperiale. Il toponimo Cairum è attestato per la prima volta in un documento del 967 attestante la decisione dell'imperatore Ottone I di Sassonia di donare ad Aleramo del Monferrato delle terre già devastate, in passato, da incursioni longobarde (641) e saracene.