Roma - Parco Arch. Appia Antica
La prima idea di realizzare un grande parco archeologico esteso tra la Colonna Traiana e i Castelli Romani risale al quinquennio in cui l'Urbe fece parte dell'Impero napoleonico come dipartimento di Roma (1809-1814). Di fatto, però, fu Papa Pio IX attorno alla metà dell'Ottocento a mettere in atto un vasto piano di recupero dell'Appia Antica, che fino all'XI miglio si presentava ancora come una strada di campagna, la cui unica particolarità era la fila di sepolcri in rovina che la costeggiavano. Desideroso di valorizzare le basiliche e le catacombe presenti nell'area, Pio IX affidò i lavori all'architetto e archeologo piemontese Luigi Canina che tra il 1851 e il 1855 mise in atto il progetto di sistemazione della Regina Viarum come passeggiata archeologica. Il primo tratto della strada consolare fu sistemato in modo che i visitatori potessero percorrerla ammirando i monumenti ai suoi lati, in una specie di "museo all'aperto".
Per ottenere questo risultato, si rese necessario innanzitutto espropriare lungo l'antico tracciato stradale una fascia larga circa una decina di metri: questa zona di rispetto fu delimitata costruendo ai lati i muri a secco tipici della campagna romana chiamati "macere". Furono anche restaurati il sedime stradale e i monumenti funebri conservati lungo il tracciato.
Un secolo dopo il grande progetto del Canina, l'archeologo, giornalista e urbanista Antonio Cederna iniziò a denunciare gli scempi che si andavano compiendo sull'Appia. Nel 1969 Cederna scriveva: "La battaglia per la difesa rigorosa dell'Appia Antica è stata certo la più lunga e la più impegnativa fra quelle condotte per l'urbanistica romana nel dopoguerra. Si trattava, subito agli inizi degli anni Cinquanta, di impedire che uno dei più straordinari complessi archeologico-paesistici d'Italia diventasse un qualsiasi suburbio cittadino e scomparisse dalla faccia della terra e dalla memoria degli uomini sotto una crosta ininterrotta di ville, villini, palazzi, palazzine e conventi. Ci si accorse presto che solo attribuendole la funzione urbanistica di parco pubblico si sarebbe potuto garantire la tutela integrale dell'Appia Antica e che ogni altro mezzo sarebbe stato rovinoso".