Roma - Museo di Castel S. Angelo
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo per le sue peculiarità può essere considerato, al contempo, monumento, area archeologica e museo. L’edificio ebbe un utilizzo estremamente variegato nel corso della sua complessa vicenda storica: eretto come mausoleo imperiale, divenne in seguito residenza fortificata, prigione e infine monumento-museo.
Costruito nel II sec. d.C. per volontà dell’imperatore romano Adriano come mausoleo funebre per sé e i propri famigliari, il monumento – di qui noto come Mole Adriana – fu in seguito incluso nella cinta muraria di Roma e trasformato in una sorta di fortilizio per la difesa della città, acquisendo l’appellativo di castellum. In epoca altomedievale si aggiunse quello di sancti Angeli dalla leggenda secondo cui, nel 590, papa Gregorio Magno ebbe qui la visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la spada, a simboleggiare la fine della pestilenza che affliggeva la città.
La vicinanza a San Pietro, la sua posizione strategica, la sua mole chiusa e imponente fecero di Castel Sant’Angelo il centro di interessi politici, legando inscindibilmente le proprie sorti a quelle della Chiesa fin da quando, nel 1367, le chiavi dell’edificio vennero consegnate a papa Urbano V per sollecitarne il rientro a Roma dall’esilio avignonese.
Da allora furono condotti numerosi interventi architettonici volti, da un lato, a potenziarne l’assetto difensivo con la costruzione dei bastioni e della cinta pentagonale, dall’altro a renderlo residenza pontificia sempre più magnifica, conoscendo sotto Paolo III Farnese (1534-1549) il massimo splendore.
A partire dal XVII secolo Castel Sant’Angelo perse un po’ alla volta il ruolo di residenza pontificia per diventare quasi esclusivamente un carcere politico. Entrato nel demanio dello Stato Italiano nel 1870 come carcere militare e caserma, diventò Museo Nazionale nel 1925: all’epoca erano già iniziati vasti lavori di riordino e restauro del sito, acquisizione di opere e collezioni, allestimento di varie sale.