
Montelanico
Descrizione
Citata per la prima volta nel 1154 in una bolla di papa Anastasio IV, fu fondata probabilmente intorno all’anno mille e subì nel corso dei secoli saccheggi, distruzioni e innumerevoli passaggi di proprietà: dai conti Ceccano passò ai conti di Segni, ai Pamphili Aldobrandini e infine ai Doria, cui appartenne fino al 1921, pur avendo ottenuto nel 1871 l’autonomia comunale. Il toponimo, menzionato nelle RATIONES DECIMARUM del Lazio (1328-1329), deriva probabilmente dal personale latino METELLUS, con l’aggiunta del suffisso -ANICUS e con la successiva sovrapposizione del sostantivo “monte”. Il monumento più celebre dell’abitato è la fontana decorata con putti, realizzata nel 1891 dallo scultore Ernesto Biondi. Agli inizi del Settecento, in puro stile barocco, è stata eretta la chiesa di San Pietro, che custodisce un prezioso ciborio quattrocentesco; risale invece al 1636 la chiesa del Soccorso, nella quale è conservato uno splendido affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna con il Bambino; una snella torre campanaria affianca la chiesa del Gonfalone, nella quale si trova un pregevole dipinto cinquecentesco del Salvatore.
Montelanico possiede un patrimonio boschivo assai vario: querce ,faggi, ceri, ginepri, castagni ecc; vi si incontrano lepri , volpi, scoiattoli, tassi, ricci, caprioli, vipere, colubri e naturalmente il lupo.
Anche molti volatili popolano i boschi: ucupe falchi, tortore, gufi, merli, picchi ecc. L’altopiano di Collemezzo, prima ricco di vegetazione, è ora adibito a pascolo, mentre nel 1600 era coltivato a grano e cereali e successivamente a castagneti.