
Cittaducale
Descrizione
La media valle del Velino, oggi dominata da Cittaducale, era anticamente abitata da popolazioni che Tito Livio chiama Aborigeni e Pelasgi. Queste, durante l'età del Bronzo, avevano dato vita alle leggendarie città di Cotilia e Vatia, rispettivamente ad est e ad ovest dell'attuale abitato.
Nel territorio comunale di Cittaducale sorgeva l’antica Vatia (nella frazione di Santa Rufina[8], città degli Aborigeni che Dionigi di Alicarnasso colloca a pochi chilometri ad est di Rieti, lungo la Via Calatina. Nei pressi di Cittaducale, in località Petescia, fu rinvenuta nel 1947 dai coniugi Rinaldo e Hadrian Rozzi una stratificazione preistorica, pertinente ad un abitato delle fasi Mesolitico (VIII millennio a.C.), Neolitico (V-IV millennio a.C.) e media età del Bronzo (XV-XIV secolo a.C.). Pezzi di argilla cotta con impronte di rami sono stati messi in rapporto a resti di capanne protostoriche. Ossa di sus domesticus ed ovis attestano la presenza di animali da allevamento. Sembra che con il termine Vatia Dionigi volesse indicare l’intero complesso occupato dai due siti protostorici presenti oggi nel territorio comunale di Cittaducale, di cui una località scelta per l’insediamento stabile (Cittaducale, Valle Ottara) ed un'altra invece adibita a luogo di culto (Santa Rufina)[senza fonte]. Presso la frazione di Grotti alcune caverne lungo i cosiddetti Balzi conservano tracce di pitture antropomorfe preistoriche. Del periodo romano rimangono i resti archeologici delle Terme di Vespasiano, i quali sono localizzati presso la frazione di Cesoni, non distante dalle attuali Terme di Cotilia (nel comune di Castel Sant'Angelo).