Reana del Rojale

Descrizione

La storia di un territorio solitamente è segnata dalla presenza di un corso d'acqua. Le vicende storiche e lo sviluppo socio economico delle ville e delle terre comprese fra il corso dei torrenti Cormor, Torre e Malina si devono proprio alle acque del Torre incanalate nella stretta naturale fra Savorgnano e Zompitta e condotte fino alle pianure della Bassa friulana.
Infatti, per sopperire alla carenza dell'acqua superficiale, elemento fondamentale per la vita, le colture e gli stessi sistemi da ruota (ovvero mulini, battiferro ed altri opifici idraulici) fra l'XI ed il XII secolo, a favore di Udine e delle altre località del Friuli centrale, venne promosso l'incanalamento delle acque del Torre discendenti dal suo bacino collinare per il naturale dislivello verso la pianura friulana mediante le rogge.
Queste adduzioni si originano a undici chilometri a nord di Udine: una in riva destra, presso Zompitta, che dopo due chilometri si dimezza dando origine alla Roggia di Palma (che passa per Rizzolo, San Bernardo, Godia, Beivars, Udine, Cussignacco, Risano, Lavariano e Palmanova) e alla Roggia di Udine (che attraversa Rizzolo, Santa Fosca, Paterno, Udine, Zugliano e Mortegliano); l'altra, la Roggia Cividina, in riva sinistra, presso Savorgnano, che passando per le Marsure, Siacco, Remanzacco, Orzano, Buttrio e Manzinello va a disperdersi nel Rio Manganizza e quindi nel Natisone. Il primo documento finora rinvenuto che parli di una roggia a Udine risale alla seconda metà del XII secolo.
Si tratta di un decreto scritto a Cividale il 4 maggio 1171 mediamente il quale il patriarca di Aquileia Vodolorico II concede alle ville di Cussignacco e Pradamano la facoltà di poter costruire mulini ed usare
l?acqua della roggia che passa per Udine.
Della seconda roggia, quella che scende direttamente a Udine dal Rojale e che probabilmente risale agli inizi del XIII secolo, la prima memoria scritta finora rinvenuta si trova in un atto notarile rogato il 17 luglio 1217 col quale il patriarca Volfredo concedeva al monastero udinese di S.Chiara l'uso perpetuo di un mulino posto sul medesimo canale tra Udine e Basaldella.

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