Prato Carnico

Possesso della famiglia dei Savorgnan, venne amministrata fino al 1797 da una "vicinia", assemblea di uomini liberi che aveva il compito di amministrare la comunità e la giustizia. La Val Pesarina era divisa in otto "vicinie" rette ognuna da un "meriga" eletto dai capofamiglia che partecipavano all'adunanza dei quattro quartieri in cui era divisa la Carnia per l'elezione del Capitano Maggiore che governava il quartiere e per quella del Capitano Minore che governava il "Canale". Con il trattato di Campoformido l'attuale territorio del Comune di Prato Carnico passò sotto il dominio austriaco; nel 1805 fu congiunto al Regno d'Italia napoleonico ed appartenne nel Dipartimento di Passariano al Distretto di Tolmezzo, Cantone di Rigolato e Ludaria come Comune di III^ classe, avendo meno di 3000 abitanti. Come tale non aveva Consiglio comunale proprio ma un "Convocato" composto da tre membri o al massimo di 15 a seconda del numero dei possidenti e dal Cancelliere Distrettuale che interveniva quale rappresentante del Governo. Con l'istituzione del Regno del Lombardo-Veneto (Patente Sovrana del 7 aprile 1815) Prato Carnico, con le frazioni di "Avausa, Osais, Pesariis, Pieria, Sostasio e Truja" entrò a far parte del Distretto XVIII° di Rigolato sempre come comune di terza classe. Tale condizione durò fino al 1866 anno della sua annessione al Regno d'Italia. Nel 1917 in seguito alla ritirata di Caporetto ritornò per un breve periodo sotto l'Impero Austroungarico; dal settembre del 1943 all'aprile del 1945 venne incorporato nel "Gau" dell'Adriatische Kunstenland (Litorale Adriatico) e in esso, nello "Stato Cosacco della Carnia", per ritornare poi definitivamente sotto l'Amministrazione Italiana.