San Mauro Pascoli
Descrizione
L'abitato è nominato per la prima volta in un documento del 1191 come Fundum Sancti Mauri. Nel XII secolo vi si trovava una chiesa dedicata a San Mauro, vescovo di Cesena. Appartenne al territorio di Savignano sul Rubicone. Nel 1247 la riminese Concordia De' Particitadi va in sposa a Novello Malatesta da Verucchio portando in dote numerosi castelli, fra cui quelli di San Mauro e di Giovedìa. Nei documenti successivi le due località sono citate sia come residenze fortificate che come villaggi rurali. Nel 1398 Galeotto di Giovanni Malatesta governa su San Mauro "con tutti i suoi abitanti e il fortilizio fatto erigere da suo padre nel 1361".
La signoria dei Malatesta dura fino a quando Sigismondo Pandolfo, nel 1443, stabilisce che "il fortilizio di San Mauro e di Giovedìa", contesi tra i diversi parenti, siano assegnati a Gottifredo d'Iseo, suo fidato uomo d'arme. Nel XV secolo San Mauro ottenne dai Malatesta gli statuti comunali. Papa Paolo II lo concesse in feudo agli Zampeschi. Fu in seguito in possesso di altre famiglie e passò nel 1590 tra i domini pontifici della Camera apostolica. Alla fine del XVII secolo fu nuovamente aggregato a Savignano e nel XVIII secolo vi venne fondata una tenuta agricola dei principi Torlonia.
Divenne comune autonomo nel 1827 e nel 1932 assunse il nome attuale in onore di Giovanni Pascoli, che vi era nato nel 1855. Fu quasi completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale.