Ravenna - Archivio di Stato
Istituito dal decreto ministeriale del 15 maggio 1941 come Sezione di Archivio di Stato, divenne Archivio di Stato dal 1963 e, dal 1967, ha alle proprie dipendenze la Sezione di Archivio di Stato di Faenza. Inizialmente ospitato presso la Biblioteca Classense, nel 1956 fu trasferito in una parte dell’edificio dell’antico convento dei Francescani, adiacente alla tomba di Dante, per poi spostarsi dieci anni dopo in un immobile di proprietà privata. Dal 2008 l’Archivio ha sede in un corpo di fabbrica dell’ex complesso benedettino di San Vitale, in piazza dell’Esarcato 1.
Il patrimonio documentario riunì inizialmente i fondi archivistici conservati sino ad allora presso la Biblioteca Classense: quelli provenienti dalle corporazioni religiose soppresse, parte degli antichi archivi giudiziari, quelli delle legazioni di Romagna e di Ravenna e l’archivio storico comunale. Quest’ultimo deposito fu ritirato dal Comune di Ravenna nel 1956, in occasione del trasferimento della sede dell’Archivio all’interno del complesso dei Chiostri Francescani. Tale scelta determinò la separazione dell’unità documentaria degli archivi pubblici ravennati, illustrata, a partire dalla seconda metà dell’800, dall’opera di archivisti e bibliotecari ravennati quali Michele Tarlazzi (1813-1883), Andrea Zoli (1844-1914), Santi Muratori (1874-1943) e, in particolare, Silvio Bernicoli (1857-1936). Questi, con un lavoro assiduo durato decenni, oltre ad aver rivisto o elaborato gli inventari di molti fondi, ha progressivamente redatto le circa 12.400 schede dei suoi regesti, che rimangono uno strumento tuttora indispensabile per l’esplorazione del materiale archivistico che va dall’alto medioevo alla metà del XVI secolo (corporazioni religiose, archivio comunale, archivio notarile di Ravenna). Il materiale archivistico più antico proviene dai fondi delle corporazioni religiose soppresse in epoca napoleonica: in particolare, per la rilevanza che ebbero nella storia cittadina ma non solo, si ricordano quelli delle abbazie di San Vitale, Sant’Apollinare.
