Comune di Novafeltria (RN)
Situata al centro della media Valle del Marecchia, in una zona prevalentemente pianeggiante, è un giovane comune nato nel 1907, oggi centro commerciale e industriale della vallata.
Ebbe come nome originario quello di Mercatino Marecchia, in riferimento alle importanti fiere settimanali che vi avevano luogo. Nel 1941 fu tramutato in Novafeltria, per evocare la storica appartenenza all’antica regione feltresca accostandola all’idea di rinnovamento.
Le origini dell’area sono remote e indefinite, e un primo nucleo abitato risale all’anno 1000, al periodo di edificazione della Pieve di San Pietro in Culto sorta durante il processo di evangelizzazione del Montefeltro. L’elegante Piazza Vittorio Emanuele, con il seicentesco Palazzo dei Conti Segni, ora sede del Municipio, riserva un gioiello romanico: l’Oratorio di Santa Marina.
Di interesse tutto il territorio comunale con alcune frazioni meritevoli di visita. Prima fra tutte Perticara, che immersa tra le pinete su un versante del Monte Aquilone, è stata centro minerario di rilevanza nazionale. Si estraeva zolfo già nell’antichità ma il filone principale fu sfruttato solo dal 1917, impegnando 1600 uomini in quella che diventò una vera e propria città sotterranea con 100 chilometri di galleria su 9 livelli. Un’attività, cessata nel 1964, che incise profondamente nella vita della frazione e della sua comunità che arrivò a cinquemila residenti ed ebbe a disposizione teatro, cinematografo, Società del Carnevale, banda musicale, squadra di calcio, giunta perfino in serie C. Qui un rigoroso museo, il Sulphur, mantiene viva la memoria di questo passato. Sul Monte Aquilone e dintorni, meta frequentata dai deltaplanisti che offre eccellenti passeggiate tra pinete e castagneti, si trovano un’installazione poetica firmata Tonino Guerra, lo Zoo verde, e lo Sky Park, parco avventura non solo per ragazzi. A Perticara pareti di roccia molto frequentate dagli amanti delle arrampicate sportive.
La circoscrizione dell'attuale Comune di Novafeltria comprende sei comunità di antico regime e la sezione smembrata di una settima. Il Comune di Mercatino Marecchia, creato con legge n. 124 del 24 marzo 1907, venne attivato nel 1910.
Sede dell'antica pieve di San Pietro in Culto, che sorgeva verosimilmente (e con buon conforto di reperti) nell'area di un più antico vicus, dovette essere uno dei centri di più intensa frequentazione della valle, tanto che non lontano dalla pieve sorse nel '200 l'Oratorio di Santa Marina.
Nei secoli XII e XIII, prevalse la forma insediativa dell'incastellamento d'altura, e l'antico insediamento venne a trovarsi naturalmente soggetto all'importante castello vescovile di Talamello. Tuttavia già nel 1621-22 dal feudo di Talamello, allora possesso dei conti Malatesta del ramo di Sogliano, fu scorporata la giurisdizione di 9 case a garanzia di soluzione dotale e per una delle figlie andata sposa al conte Alessandro Bentivoglio di Bologna. La dote non fu versata e le 9 famiglie restarono soggette al Bentivoglio; il quale qualche anno più tardi, nel 1628, fece valere un credito di 1150 scudi per ottenere un decreto di pignoramento e subastazione della giurisdizione feudale su altre 19 famiglie. Morto Alessandro, la vedova vendette i diritti feudali e i pochi beni allodiali alla famiglia Segni di Bologna, che li detenne lino al 1796.
A partire dal 1804 e fino al 1910 Mercatino è nuovamente incorporata a Talamello. Dal 1818 il Comune di Talamello (con Mercatino, e con gli "appodiati" di Torricella, Perticara, Ugrigno e Sapigno) viene scorporato dalla legazione di Forlì e assegnato alla delegazione di Urbino e Pesaro. Al momento del riassetto delle circoscrizioni comunali del 1827 (dichiaratamente "provvisorio", e perciò destinato a durare e ancora in vigore, con poche eccezioni fra cui la nostra) Talamello conta, con Mercatino, 1.006 abitanti; gli sono “appodiati” Perticara, Sartiano, Secchiano, Torricella e Uffogliano con 1.582 abitanti complessivamente. Libiano è ancora appodiato a Sant'Agata.
Lo scorporo da Talamello e la erezione in Comune autonomo nel 1910 si colloca evidentemente in una fase avanzata di un robusto processo di sviluppo del centro vallivo: questa soluzione traumatica era stata del resto preceduta, nel 1874, dalla dislocazione degli uffici comunali da Talamello a Mercatino.
Da vedere:
Oratorio di Santa Marina. E' la chiesa legata al sorgere e allo sviluppo dei due nuclei di Mercato vecchio e Mercato nuovo. Databile con buona probabilità al 1191, costruita in "stile romanico avanzato", fu alterata nel 1875 con sopraelevazione della facciata e coronamento di campanile a vela. Pieve di San Pietro in Culto. Documentata fin dal 950, è una delle pievi più antiche del Montefeltro e uno dei luoghi più significativi nella storia religiosa e civile della Valmarecchia, sorta probabilmente sull'area di un vicus romano.
Palazzo Segni. Probabilmente costruito sul finire del '600, e forse sul luogo di una vecchia osteria dei Malatesta, a chiudere uno dei lati della piazza del Mercato nuovo. Probabilmente un locale di ritrovo vi si installò dopo che nel 1816 il feudo devolvette definitivamente alla Chiesa e il palazzo fu dato in enfiteusi, e forse vi rimase da allora senza soluzione di continuità: l'attuale Caffè Grand’Italia bella realizzazione in stile liberty lodevolmente conservata - ne rappresenta l'ultima sistemazione.
Il Mercato vecchio. Le dizioni Mercato vecchio e Mercato nuovo sono già vulgate e correnti all'inizio del '600. Il toponimo Mercato vecchio designa, nelle mappe del 1814, un agglomerato di una quindicina di case e piccoli edifici riuniti attorno a una corte con pozzo centrale, situato nella curva in fondo all'attuale via Garibaldi.
Il Mercato nuovo. E' probabile che un primo nucleo esistesse già alla data di costruzione di Santa Marina o che si fosse costituito negli anni immediatamente successivi. Lo sviluppo e l'impianto generale della piazza sembrano tuttavia doversi assegnare alla fine del '400 e alla prima metà del '500.
Le addizioni moderne. E' nell’800 e nel primo '900 che il paese ha conosciuto il suo più forte e caratterizzante sviluppo. Tra 1814 e 1877 viene aperta la via Mazzini, che sostituisce l'antica via Postale come asse di sviluppo a ovest della piazza. Al 1904 è a-perta a est della piazza la via Garibaldi che attraversa il Mercato vecchio: agli estremi della direttrice Mazzini-Garibaldi si aprono i nuovi accessi delle strade per Perticara e Rimini, e nel 1930 risulteranno aperti la circonvallazione e il nuovo asse trasversale di via Garibaldi.
Il mulino da polvere. Dei molti mulini da polvere un tempo funzionanti nell'area resta questo solo esempio, ma in buono stato di conservazione e fortunatamente acquisito alla proprietà pubblica, che ne ha disposto un accurato restauro. Un albero a camme mosso dall'energia idraulica aziona una botte di miscelazione e otto pistoni per la triturazione della polvere pirica.
