
San Gennaro Vesuviano
Descrizione
Studiosi di geologia e di preistoria concordano nell'affermare che risale all'epoca quaternaria, cioè a prima della comparsa dell'uomo, l'emersione dal mare del monte Somma o Vesuvio che, congiungendosi lentamente nei secoli, mercè i suoi materiali eruttivi, con la catena dell'Appennino, formò una delle più fertili e ridenti plaghe della penisola italica: la Campania Felix ( la pianura campana). Illustri poeti scelsero la Campania per la bellezza dei suoi luoghi, l'amenità del clima e l'ospitalità della sua gente. In epoca più recente con la Campania Felix s'identificò più specificamente l'area di Terra di Lavoro, per la sua eccezionale fertilità. Sull'origine e le vicende storiche, politiche e sociali c'è un interessante letteratura, fiorita soprattutto a partire dal secolo XVI d.C., dall'attenta lettura della quale si ricavano non poche notizie e dati riguardanti i 7 Kmq che costituiscono l'attuale territorio di San Gennaro Vesuviano.
Il nostro territorio ed il nostro bosco fu luogo di rifugio per i gladiatori, capeggiati da Spartaco, nella pericolosa rivolta che si concluse con la decisiva battaglia alle pendici del Vesuvio ( sorgente di Veseri ). Per tracciare le origini del nostro paese e le tappe fondamentali della sua lunga e travagliata storia fino ad arrivare alla nascita giuridica del vero e proprio Comune di San Gennaro Vesuviano, col Regio Decreto borbonico del 6 dicembre 1840, occorre partire dal 17 dicembre 1613, giorno in cui Scipione Pignatelli, Marchese di Lauro e di Palma e, per dote di sua moglie Vittoria della Tolfa, Conte di San Valentino, fa una ricca donazione al Vescovo di Nola Mons. Fabrizio Gallo, a favore dei Padri Minori Riformati di San Francesco che devono trasferirsi, in numero non inferiore a sedici, in loco "nelle pertinenze di Palma, dove si dice San Gennaro". Quell'atto è il primo seme dal quale nascerà la chiesa ed il Convento francescano e intorno al quale si formerà il primo nucleo di case in pietra lavica vesuviana o in pietra calcarea bianca delle cave del vallone d'Ajello, dando vita al "borgo di San Gennaro".