Salerno
Descrizione
Il primo insediamento documentato sul territorio Salernitano risale al VI secolo a.C.; si tratta di un centro osco-etrusco che sorgeva sul fiume Irno poco lontano dalla costa in un punto strategico per le vie di comunicazione dell'epoca. Nel V secolo a.C., con la ritirata degli Etruschi dall'Italia meridionale, lo stesso insediamento venne occupato dai Sanniti. In circostanze non note tale insediamento venne abbandonato attorno al 280 a.C.
Con la lex Atinia de coloniis quinque deducendis, del 197 a.C., erano state poste le basi per la romanizzazione della fascia tirrenica della Campania. Furono, quindi, fondate cinque colonie marittime di cittadini romani a Vulturnum, Liternum, Puteoli, Castrum Salerni ed a Beneventum. Nel 199 a.C. Scipione fece inviare a Salerno, città già di una certa importanza, trecento cittadini romani per fondarvi la colonia marittima, nello stesso periodo in cui vi istituirono il portorium, trasformando lo scalo marittimo della città in dogana di Stato. I salernitani parteciparono, quali alleati di Roma, alla Seconda guerra punica e furono ricordati da Scipione L'Africano quali "pugnaci guerrieri lanciatori di giavellotti".[senza fonte] Dopo la Battaglia di Canne furono un valido presidio contro i Picentini, schieratisi dalla parte di Annibale. La città si espanse e, durante l'impero di Diocleziano, divenne il centro amministrativo della provincia Lucania et Bruttii.
Salerno era attraversata dalla via Popilia (l'attuale via Tasso), che la collegava con Pompei, Neapolis e con la Lucania. Il foro era sito nell'attuale piazza Abate Conforti ed era attraversato dalla stessa via Popilia, che in questo tratto corrispondeva al decumano massimo della città, mentre il cardo massimo seguiva il tracciato dell'attuale via Canali. Sono attestate anche notizie di un teatro, grazie ad un'iscrizione sepolcrale dedicata ad Acerrio Firmio Leonzio, ricordato come organizzatore di uno spettacolo teatrale.