Napoli - Archivio Banco di Napoli
L’Archivio deve la sua istituzione ad un decreto di Ferdinando I di Borbone, del 29 novembre del 1819, che destinò lo stabile del Banco dei Poveri, soppresso nel 1808, ad Archivio Generale dei documenti degli antichi banchi pubblici napoletani, compresi quelli del loro erede, il Banco delle Due Sicilie. Qui confluirono le scritture dei banchi della Pietà, dei Poveri, del Popolo, dello Spirito Santo del Salvatore, di Sant’Eligio, di San Giacomo e, più tardi, nel 1852 i documenti del Banco dell’Annunziata.
L’Archivio custodisce anche le scritture del Banco delle due Sicilie, sorto nel 1809, in cui confluirono i suddetti banchi pubblici napoletani. Quest’ultimo istituto divenne, in seguito al 1861, Banco di Napoli e continuò a conservare la propria documentazione presso l’Archivio di via dei Tribunali. Come Archivio Generale sarà conosciuto fino al 1950, allorché esso assumerà la denominazione di Archivio Storico del Banco di Napoli.
Le particolari caratteristiche dei documenti degli antichi banchi e la loro straordinaria quantità, conferiscono all’Archivio Storico importanza notevole non solo sotto il profilo della storia economica del Regno di Napoli a partire dalla seconda metà del secolo XVI, ma anche come fonte di storia politica, civile, artistica e religiosa dell’intero Sud Italia. Infatti, ad ogni pagamento effettuato attraverso ciascuno degli otto banchi pubblici era, nella maggior parte dei casi, allegata una causale descrittiva. Tale componente descrittiva permette di ricostruire la vita economica e sociale di Napoli e del Sud Italia in un arco di tempo che va, dal 1573 (anno del primo volume conservato presso l’archivio) sino all’alba del XIX secolo.