
Napoli
Descrizione
Il sito esatto in cui si è sviluppata la città, ossia la collina di Pizzofalcone e le aree limitrofe, risulta frequentato e occupato quasi ininterrottamente dal Neolitico medio. Parthènope venne fondata come epineion (approdo e caposaldo) cumano alla fine dell'VIII secolo a.C. (anche se la più antica documentazione archeologica risale alla seconda metà dell'VIII, non lontana dalle fasi più antiche di Pithecusa e dell'abitato di Cuma rilevate dai recenti scavi dell'Università "L'Orientale" e "Federico II"), a guardia dell'accesso meridionale del golfo.
Nel VI secolo a.C. la città venne rifondata come Neapolis (nuova città), diventando progressivamente una delle città più importanti della Magna Grecia e costituendo la fonte principale tramite la quale la "grecità" alimentò la nascente cultura romana.
La Nuova Città, infatti, seppe immediatamente sia sostituirsi alla città madre nei commerci marittimi, sia assumere il controllo sul golfo che da Cumano divenne Golfo Neapolitano, mentre con l'arrivo del navarca ateniese Diotimo inaugurò il suo ruolo sempre più egemone su tutto il litorale campano ed "internazionale" nel Mediterraneo.
Nel 326 a.C. venne conquistata dai Romani, conservando però l'eredità civile dei suoi fondatori fino nel Medioevo, tanto da poter essere definita «la metropoli dell’ellenismo d’Occidente». Distrutta nell'82 a.C. dai partigiani di Silla, nel corso dell'ultimo secolo della Repubblica e durante l'Impero Neapolis si trasformò gradatamente da città mercantile a città degli otia per l'alta società romana e per gli imperatori. Fu sede di importanti scuole, come quella di Filodemo di Gadara e Sirone ove studiarono Virgilio e Orazio, e dei giochi Isolimpici che si svolgevano ogni quattro anni in concomitanza con i giochi di Olimpia. Tra il 161 e il 180 d. C., la città ottenne, forse per decisione dell’imperatore Marco Aurelio, con il nome di Colonia Aurelia Augusta Antoniniana Felix Neapolis, il riconoscimento appunto dello status di colonia.