
Ischia
Descrizione
Dal IV secolo a.C., dopo le guerre sannitiche, l'isola passò con Napoli sotto il dominio romano, e divenne centro di attività commerciali e manifatturiere. Oltre al sito di origine greca di Pithecusae (località Mazzola sopra Lacco Ameno), è stato infatti individuato in località Carta Romana, nello specchio d'acqua antistante l'isolotto del Castello Aragonese, un insediamento industriale comprendente una fonderia di piombo e stagno (da cui il nome di Aenaria) e una fabbrica di vasellame, i cui reperti più significativi, lingotti di piombo iscritti (di provenienza iberica), stagno e taluni oggetti ceramici, sono esposti nella sala VIII del Museo archeologico di Pithecusae a Lacco Ameno. Il sito, a 5-7 metri sotto il livello del mare, sprofondò per bradisismo verso il 130-150.
Nell'immaginario latino l'isola era associata anche alla figura di Enea, che qui avrebbe fatto scalo. Virgilio la identificò con Arime, isola citata nell'Iliade (II, 783). Qui trovò rifugio Gaio Mario inseguito da Silla. Per punire i napoletani di ciò, Silla sottrasse l'isola al loro dominio assoggettandola direttamente al Senato di Roma. Qualche decennio dopo, tuttavia, Augusto la restituì alla città di Napoli, tenendo per sé la prediletta Capri.
Con la decadenza dell'impero, Ischia fu soggetta a saccheggi barbarici da parte di Visigoti (410 circa) e Vandali (dopo il 430). Nel 476, con la caduta dell'Impero d'Occidente, Ischia entrò nel dominio di Odoacre, mentre nel 493 entrò a far parte, con l'intera penisola, del regno ostrogoto di Teodorico il Grande. Intorno al 536 fu conquistata dagli eserciti bizantini capitanati da Belisario. In seguito alla riorganizzazione dell'Italia bizantina, conseguente all'invasione longobarda (568), Ischia entrò a far parte del ducato bizantino di Napoli, dipendente dall'Esarcato d'Italia.