
Atripalda
Descrizione
Fu fondata, secondo ipotesi fantasiose di antichi scrittori, da Sabatio, pronipote di Noè, il quale dette il nome di Sabathia al primo insediamento umano che trovò vita lungo la vasta fascia di terra bagnata dal corso fluviale del Sabato, così denominato proprio in omaggio al discendente di Noè[10]. Ipotesi meno fantasiose vedono le origini di Atripalda affondare le radici anche nel sangue dei martiri cristiani: lo Specus Martyrum, conservato all'interno della chiesa madre dedicata a Sant'Ippolisto e San Sabino (patrono della città), è considerato uno dei maggiori monumenti dell'archeologia cristiana del Meridione.
I luoghi dove intorno all'anno mille sarebbe nato il primo nucleo di Atripalda avevano ospitato — sul pianoro tufaceo che da nord-ovest domina il centro abitato — Abellinum, un insediamento sannita, poi colonia romana sorta per volontà di Silla nell'82 a.C., poco dopo le riforme agrarie promosse dai Gracchi. La comunità di Abellinum era prevalentemente formata da milites lassi — trapiantati da Silla tra le mura di Civita — i quali ripopolarono questo lembo di terra irpina dopo aver allontanato da essa i primi abitanti. Civita fu anche il rifugio di ex legionari dell'imperatore Augusto che, come racconta Plinio, sostenne l'annessione di Abellinum alla Regio II Apulia et Calabria. In epoca successiva, tra il 220 ed il 230 d.C., giunsero nell'antica città di Silla i veterani dell'imperatore Alessandro Severo provenienti dall'Asia Minore. In questo vorticoso avvicendamento di popoli e di tradizioni, non tutta la primitiva gente sabatina abbandonò la terra di origine: molti indigeni, nel corso dei decenni, furono inesorabilmente assorbiti dagli Abellinati dai quali appresero la lingua latina e con i quali conobbero momenti di splendore e di grandezza.