Verbicaro

Descrizione

Nell'agosto del 1911, in seguito ad un'epidemia di colera che colpì gran parte della popolazione, Verbicaro fu teatro di una sommossa popolare in cui furono assassinate tre persone, tra cui il sindaco e il segretario comunale, mentre il municipio fu dato alle fiamme. Sul "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Volume 2" dell'erudito Lorenzo Giustiniani, stampato da Vincenzo Manfredi a Napoli nel 1797, dalla pagina 268 alla pagina 270 si legge:
"BERVICARO, o Verbicaro, sebbene in tutte le numerazioni del Regno la ritrovo sempre col primo nome. Questa terra è in provincia di Calabria citeriore, in diocesi di Cassano, distante da Cosenza miglia 50 di rovinose strade, e miglia 6 dalla marina della Bruca. Ella è situata in una valle, e picciola parte della medesima in un rialto, circondata da alti monti alla distanza di circa un miglio. L'aria, che vi si respira, mi si dice essere temperata. Tiene vicino due torrenti, i quali annualmente cagionano de' danni, e portano spesa a questa università per lo mantenimento di due ponti, e delle vie. Alla distanza poi di un miglio vi corre un fiume chiamato Innicari, che sorge nel territorio di Sandonato, scorre per lo canale della Favata, per lo territorio della nostra terra, e dall'altra di Grisolia, e di Abbatemarco, e si scarica finalmente in mare, ov'è la regia torre della Bruca. Il suo territorio confina con quelli di Sandonato, di Grisolia, di Abbatemarco, di Orsomarzo ec. Nel medesimo vi è un feudo rustico appellato di Sanbiagio, che dicono essere andato sempre coll'altro di essa Berbicaro. Produce delle vettovaglie, e delle buone uve, specialmente le dorache, o zibibi, le quali aumentandosi, potrebbero recare molto guadagno a quella popolazione, coll'arte di farle passe; ma l'industria delle pecore, e delle capre, fa tenere molto territorio per uso di solo pascolo, quandochè potrebbesi piantare di gelsi, di ulivi, e di altri alberi fruttiferi, ed evitarsi anche quel danno, che recano detti animali alle vigne, ed a' seminati di altri cittadini. In questo paese però i negozianti di pecore sono i più potenti. Il detto territorio non ha molta estensione, onde son costretti i cittadini di coltivare quello de' paesi vicini, ancorchè godessero la promiscuità con quello di esso Abbatemarco fin dal 1616.

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