Parghelia

Descrizione

L. Pagano scrive: <<E' indubbio che Parghelia sia colonia jonica della Focea nell'Asia Minore, piantata nel 536 a. C. dai Focesi fuggiaschi, e perciò è omonima di un'altra Paralìa, la quale allora si trovava nell'Ellade asiatica>>. La certezza del Pagano è basata soltanto sull'esistenza di un'altra Paralìa in Asia Minore.
In mancanza di reperti archeologici, bisogna rivolgere le ricerche negli archivi ecclesiastici e statali. Nulla si può rilevare in Parghelia, neppure di recente, in quanto gli archivi del municipio prima e dopo il terremoto andarono distrutti per incendi dolosi, al punto che oggi in Comune non si trova più nulla di antecedente all'anno 1926! Nell'archivio vescovile Parrocchiale di Tropea non vi erano documenti relativi alla fondazione della prima chiesa di Parghelia. Nell'archivio Parrocchiale di Parghelia esistono alcuni libri, di cui accennerò in seguito, che hanno inizio dal 1621. Interessante è il libro sui Parroci di Parghelia scritto dall'Arciprete Hieronimo Taccone nel 1782, ove si rileva che il primo parroco risulta essere D. Paulus Scianni mortus die 16 Xbris 1578. Nel Grande Archivio di Napoli si trovano pochi elementi perchè durante l'ultima guerra i Tedeschi apportarono gravi danni alle carte della <<Regia Camera Sommaria>> e alle <<Scritture della sezione Amministrativa>>. Si trovano invece le tre richieste di permesso (detto <<assenso>>) per l'applicazione delle regole statuarie presentate dalla Cassa Sussidiaria, dalla Congregazione del SS. Sacramento e dalla Confraternita delle Anime del Purgatorio, tutte e tre del Casale di Pargelia.
Altro convento i Basiliani avevano costruito tra Drapia e Alafito, sotto il titolo di S. Sergio. Anche questo fu distrutto da un'alluvione. I Monaci Basiliani guardando la costa dal loro convento dicevano <<paralìa>>, ma di paese non vi era altro, da tempi remoti, che un agglomerato di casupole per marinai da pesca, che forse erano riusciti a sistemarsi nell'aristocratica Tropea. Tale agglomerato, la cui unica chiesa era quella del convento dei monaci Basiliani, S. Pietro in Menna, si trasformò in paese popoloso nel 1541, quando gli ebrei tropeani, convertiti al cristianesimo, ivi si trasferirono in massa (Estratto da un testo di Guido Mazzitelli).

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