Crotone

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Descrizione

Il promontorio di Κρότων (Krótōn) in greco antico, era abitato da popolazioni indigene, forse enotri e japigi, già nell'età del bronzo e nella prima età del ferro. La fondazione greca di Crotone risale al 708 a.C., come citato da Eusebio di Cesarea nel suo Chronicon, sebbene altre fonti la rimandino al 710 a.C., o, secondo Pausania ed Erodoto, al tempo del re Polidoro, nel 743 a.C. La fondazione storica della città avvenne ad opera degli Achei provenienti dalla montuosa regione dell'Acaia.
Dopo una coesistenza iniziale relativamente pacifica, tra le città magnogreche, verso la metà del VI secolo a.C. iniziarono le discordie, che riproducevano a distanza lo scontro tra Atene e Sparta. Nel 560 a.C. Kroton e Locri iniziarono una guerra decennale, che si concluse con la battaglia della Sagra, vinta dai Locresi, sostenuti da Sparta.
La città era famosa per il suo clima salubre, per la bellezza delle sue donne, per le fertili campagne e per la forza fisica dei suoi uomini, tra cui ricordiamo il pluri-olimpionico Milone, tanto che superò ogni altra città greca nel numero di vincitori ai giochi panellenici e nei Giochi olimpici: un proverbio diceva «ultimo dei Crotoniati, primo dei Greci». Una leggenda narra che Milone partì dalla polis ionica portando un vitello e giunse ad Olimpia con un toro sulle spalle, destando meraviglia e clamore, e vincendo quindi numerose gare.
La costa presentava un profilo molto diverso da quello attuale. Nel tratto di mare tra l'antica Krimisa (l'odierna Cirò, patria di un vino che - secondo alcuni eruditi - veniva dato in premio ai vincitori dei giochi olimpici ateniesi) e l'attuale Le Castella, a poche miglia dalla riva secondo Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, Liber III, 10) sarebbero esistite cinque isole visibili dalla costa e ormai inghiottite dal mare: Meloessa, Tyris, Eranusa (situate tra Capo Colonna e Le Castella), Ogigia e Dioscoro (quest'ultima a 10 miglia dalla costa). A Le Castella sono presenti resti archeologici sommersi. In particolare, nel fondale antistante il castello, l'archeosub Luigi Cantafora ha fotografato i resti di cave sommerse, scale, e cisterne per la conservazione dell'acqua.

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