
Scanno
Descrizione
L'origine del nome comunemente si fa risalire al latino scamnum ("sgabello"), perché il colle su cui è stato costruito il centro storico somiglierebbe a una piccola panca[4]. In realtà il termine è più vicino ai fitotoponimi abruzzesi scandalo e scannèlla che indicherebbero il nome di una varietà rustica di orzo o le località in cui si coltivava.
Gli studi più recenti suggeriscono che Scamnum era un termine che indicava il confine che divideva la centurie in cui un terreno, conquistato dai romani veniva diviso e assegnato ai veterani/contadini. "Est ager scamnatus qui appellatur, qui in longitudinem maiorem iugerum numerum habebit quam in latitudinem" (È definito agro scamnato quello che avrà un numero di iugeri - lo iugero corrispondeva a un quarto di ettaro, arabile in un giorno, da termine "giogo" della coppia di buoi - maggiore nel senso della longitudine rispetto alla latitudine). Questa etimologia è supportata dagli studi di toponomastica antica, in particolare in riferimento a omonimi Scamnum, ubicati presso Latiano, in provincia di Brindisi e in numerose località in Puglia, nel Cilento e altrove. Ancor più valida questa lectio per la nostra Scanno, poiché avvalorata da due epigrafi, dedicate a un quattuorviro e a un decurione, entrambi iscritti nella tribù Sergia, cui furono ricompresi i popoli Peligni e del circondario, soggiogati da Roma. A far data dal 1047 il nome è riportato come: Scamnum, Scannum, Scagium, Scampium, Scandum. Ulteriore argomento è che il nucleo più antico è ancora oggi chiamato "Pajjacce", Paliano, nome che richiama secondo alcuni Panis-Ara, dal dio greco dei boschi Pan ma, più probabilmente, richiamante la dea Pales (lat. Pales-Palis), dea dei pastori, stessa radice che nomina il Palatino, dove Romolo, pastore, tracciò il solco. (da "Scanno, viaggio nel paese dei fotografi e delle pietre narranti, di Pasquale Caranfa, 2020, Portofranco, Aquila).